Ma di cosa stiamo parlando? Nello specifico, come riporta “La Repubblica”, di 62 operazioni, di cui la maggior parte vedono protagonista la Juventus (e infatti anche la Consob è allertata), per scambi con plusvalenze per un valore totale di circa 90 milioni di euro.
La plusvalenza non è nient’altro che il guadagno effettivo sul cartellino di un giocatore. Di per sé non è un reato, anzi: è il modo in cui, attraverso il mercato, si guadagna. Il problema nasce quando vengono dati ai giocatori dei prezzi non ritenuti congrui e questi giocatori si scambiano.
La Covisoc ha quindi puntato l’attenzione su affari che non ha ritenuto congrui. Sotto la lente sono finite soprattutto le trame che hanno permesso a Victor Osimhen di approdare a Napoli e a Miralem Pjanic e Arthur di scambiarsi la maglia di Juventus a Barcellana.
Sempre Repubblica riporta altri esempi di scambi non congrui secondo gli occhi della Covisosc: come lo scambio fra Juventus e Marsiglia fra Franco Tongya e Marley Aké, due giocatori valutati 8 milioni di euro. Il primo, 19enne centrocampista italiano, gioca nel Marsiglia B nel Championnat National 2, la quarta serie francese. Il secondo, Aké, è un 20enne esterno francese che gioca nella Juventus under 23 in Serie C (entrambi giocano pertanto nelle seconde squadre dei club). Per operazioni del genere, secondo la Covisoc, la Juventus avrebbe avuto benefici a bilancio per circa 40 milioni di euro.
La Covisoc ha messo il mirino anche sui calciatori inseriti nella trattativa Osimhen (Karnezis, Manzi, Palmieri e Liguori) che ora giocano nelle serie inferiori, in Italia. In questo caso il Napoli ha sborsato meno cash: tanto quanto il valore dato ai giocatori inseriti nella trattativa (circa 20 milioni di euro).
COSA RISCHIANO LE SQUADRE?
Adesso la Procura Federale indagherà e se lo riterrà opportuno istruirà un processo ai danni delle società coinvolte. Non è la prima volta che l’uso della plusvalenza è ritenuto improprio. Ma mai finora si è arrivati a una condanna pesante né a una soluzione del problema. Perché il vero nodo è: chi può decidere quanto vale un giocatore? È per questo che diventa difficile punire l’utilizzo di questo strumento, anzi quasi impossibile.