Victor Osimhen
Partiamo da un dato di fatto: Victor Osimhen al 20 luglio 2024 è ancora un giocatore del Calcio Napoli. Una verità incontrovertibile, inconfutabile. Ieri sera il leone africano – così è stato annunciato dallo speaker Decibel Bellini – ha salutato i tifosi presenti a Dimaro nel corso della presentazione ufficiale della squadra.
È apparso sorridente e disteso, ha scherzato con alcuni compagni e ha risposto con affetto all’ovazione tributatagli. È sembrato tutto così surreale, come lo è vederlo allenarsi agli ordini di Antonio Conte, seguire i suoi dettami tattici.
È stato il protagonista di alcuni contenuti pubblicati dal club sui profili social, ed ha preso parte alla sessione di autografi con grande serenità.
Eppure, la sua cessione al Paris Saint Germain sembra essere cosa fatta da giorni, settimane. Il viaggio del suo procuratore Roberto Calenda in Francia si doveva tramutare in una visita imminente in Trentino, che non è ancora avvenuta. È chiaro che ci sia qualcosa che abbia portato la trattativa in una fase di stallo: i segnali di una chiusura sono ancora pochi, e non basta certo lo scambio social avvenuto tra Victor ed il portiere Donnarumma, in forza ai transalpini, per suggellare la questione.
Che si sta complicando, creando un alone di mistero misto ad una spasmodica, maniacale ansia. E intanto, Romelu Lukaku rimane lì in attesa, alla porta, pronto a sostituirlo in campo e nei cuori della gente di Napoli.
I quesiti che rimangono sono molti, e già che lo stallo permane, è giusto sviscerarli: qual è l’intoppo che sta ritardando maledettamente l’operazione? I soldi, certamente. Anche se qui sorge il primo dubbio: possibile che una proprietà così ricca come quella di Al-Khelaifi, che negli ultimi anni ha messo a segno incredibili colpi di mercato – Neymar su tutti – non riesca a coprire la cifra richiesta da Aurelio De Laurentiis? Complicato pensarlo.
Soprattutto dopo la partenza di Kylian Mbappé, passato al Real Madrid, il PSG ha esigenza di rimpiazzare la propria stella più brillante. Ma non può fallire, perché ci sono troppi interessi in ballo. E l’assalto alla UEFA Champions League più ricca di sempre è in cima alla lista.
Questo il ds Campos lo sa: ha studiato attentamente Osimhen ed il suo giovane curriculum: i suoi comportamenti, gli infortuni, le insofferenze palesate pubblicamente, i viaggi nella sua Nigeria tra le cui braccia, spesso, Victor si perde.
Per il PSG sarebbe stato molto più facile far brillare al Parco dei Principi la stella di Khvicha Kvaratskhelia: talento puro, profilo adeguato alle esigenze di spogliatoio.
Altro fattore da analizzare, e non è da meno, l’arrivo di Antonio Conte sulla panchina della SSC Napoli. In lui Osimhen ha visto quella programmazione vincente che era mancata l’anno scorso, e che l’aveva fatto vacillare fin da agosto. Ha trovato davanti a sé uno degli allenatori migliori del panorama internazionale, ed è rimasto incredibilmente affascinato dall’idea di avere a che fare con lui, almeno per un po’.
A Dimaro, le sue sensazioni sono state confermate, e come un bambino si è fatto coccolare dalle sue parole e dalle sue indicazioni.
Sensazioni, come quelle che pervadono l’animo di tifosi e addetti ai lavori, costretti a non illudersi che Victor rimarrà. Intanto, anche stamattina il leone africano è sceso regolarmente in campo per la seduta d’allenamento programmata, in quella che sembra essere una giornata decisiva.
Al tramonto del primo dei due ritiri, infatti, arriva una partita qualsiasi che può sulla carta avere più valore di una finale di quella Champions che Osimhen tanto sogna. Il Calcio Napoli, infatti, alle 18 sfiderà il Mantova di Davide Possanzini, neopromosso in Serie B. Un’amichevole che rappresenterà il saluto della squadra a Dimaro-Folgarida: domani gli azzurri rientreranno in città, dove si riposeranno qualche giorno prima di trasferirsi a Castel di Sangro.
Se Victor dovesse scendere in campo, a differenza della partita contro l’Anaune Val di Non, la musica potrebbe cambiare in maniera sostanziale, stravolgendo le dinamiche non solo della sessione di mercato estiva, ma della stagione intera di un club. Perché vorrebbe dire rischiare un infortunio, ma soprattutto significherebbe provare le indicazioni del suo allenatore in maniera funzionale e propedeutica al futuro. Un tecnico, Antonio Conte, che non ama perdere certamente tempo schierando un calciatore già ceduto. Se dovesse avvenire, il destino potrebbe cambiare improvvisamente. Irrimediabilmente.