Calcio Napoli

Conte: “Sono un uomo del Sud che vive in un posto bellissimo”

Antonio Conte ieri ha fatto un tour della città, visitando Scampia, la Federico II e il Teatro San Carlo.

L’edizione odierna de Il Mattino ha svelato alcuni aneddoti della giornata di relax del tecnico salentino.

Conte in visita a Scampia, alla Federico II e al Teatro San Carlo

“Occhi spalancati per lui e la moglie quando ha incrociato i due murales nell’area della stazione della Linea 1 che raffigurano Pier Paolo Pasolini e Angela Davis. Cioè il grande scrittore italiano e l’attivista del Pci americano degli anni 90.

«Anche la mia Lecce ha aree periferiche però qui si stanno facendo davvero cose grandi e incredibili». Parole di Antonio Conte, l’allenatore degli azzurri, che vuole vivere Napoli e non solo il Napoli. E poiché Conte è un uomo molto determinato ha deciso di andare a vedere la città che sta rinascendo e risorgendo laddove nessuno pensava potesse succedere.

Conte ha voluto vedere con i propri occhi i cambiamenti di Scampia e con sé ha portato la famiglia. E se al cantiere delle Vele – che man mano stanno scomparendo regalando un altro skyline alla città – non c’è stata ressa, invece alla Federico II appena il tecnico è arrivato, tra lo stupore degli studenti, è stato bombardato di domande e di selfie. E come sempre si è concesso con grande serenità e affetto.

Una Napoli che non conosceva ma che lo ha colpito molto. «Vivo in un posto bellissimo – il ragionamento di Conte raccontato da chi era con lui – però è giusta vederla tutta questa città che non pensavo fosse così bella e accogliente». Non parole di circostanza ma sentite”.

«Napoli può essere alla pari delle altre città anche nel calcio, ma quello che servono sono le infrastrutture come uno stadio e un centro sportivo per far crescere il senso di appartenenza».

Un centro sportivo – si rammarica Conte – per far crescere i nostri giovani perché non è possibile che la Primavera del Napoli stia nel campionato A2. «Mi sento e sono un uomo del Sud». Ma per dare una mano serve la garanzia che tutti vogliano lo stesso obiettivo: crescere”.

La pelota no se mancha.