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Osimhen vuole solo il Galatasaray: quali offerte ha rifiutato e il retroscena sulla casa

Victor Osimhen ha deciso: vuole tornare al Galatasaray. È questa la notizia che ha infiammato il weekend di calciomercato, rivelata dal Corriere dello Sport. L’attaccante nigeriano ha comunicato la sua intenzione di proseguire la storia iniziata lo scorso settembre con il club turco, un legame nato quasi per caso ma che ora si fa profondo, convinto. Una vera e propria dichiarazione d’amore per il Galatasaray, che ora sogna il grande colpo.

I “no” di Osimhenn e il retroscena sulla casa in Turchia

La volontà del giocatore è chiara, ma resta da superare l’ostacolo più grande: l’accordo tra i club. Il Napoli non fa sconti: la clausola da 75 milioni di euro valida per l’estero va pagata per intero. Il Galatasaray si è spinto fino a 60 milioni, ma De Laurentiis ha ribadito che il prezzo è quello fissato, senza margini di trattativa.

Intanto, dalla Turchia emergono retroscena significativi che confermano quanto Osimhen sia già legato all’ambiente di Istanbul. Il bomber non ha mai disdetto il contratto d’affitto della sua casa in città, segnale che forse, in cuor suo, non ha mai davvero chiuso con il Galatasaray. E ora è pronto a tornarci con entusiasmo.

Non solo: Osimhen ha già un accordo economico con il club turco. Si parla di un ingaggio da 16 milioni netti a stagione, più un ricchissimo contratto pubblicitario da circa 10 milioni. Un pacchetto che ha fatto la differenza, anche sul piano personale.

Ma quello che sorprende di più è la lunga lista di no eccellenti che Osimhen ha detto prima di sciogliere le riserve: ha rifiutato il Manchester United, ha detto no alla Juventus, e soprattutto ha respinto la clamorosa proposta dell’Al-Hilal, che gli avrebbe garantito 40 milioni a stagione per quattro anni, per un totale di 160 milioni netti. Un’offerta monstre che avrebbe fatto vacillare chiunque, ma non lui.

Classe 01, nato e cresciuto con la voglia di scrivere e raccontare lo sport. Dal 2020 in giro tra sale e tribune stampa con un carico di passione e di "garra charrua".