Calcio Napoli

Napoletani espulsi da Eindhoven, gli avvocati napoletani: “Misura degna di regimi autoritari”

Non si placano, non possono placarsi le polemiche per il fermo e l’espulsione di circa 200 tifosi napoletani che si erano recati ad Eindhoven per la partita di Champions tra Napoli e PSV. Un episodio che ha tutto il sapore della discriminazione, visto che ai partenopei è stato impedito di muoversi liberamente per la città ed entrare allo stadio nonostante non siano stati protagonisti di disordini.

I sostenitori azzurri sono stati condotti a bordo di tre autobus verso le locali stazioni di polizia, insieme a quattro cittadini olandesi. Lo Studio Associato Maior, con gli avvocati Pierlorenzo Catalano, Michele Francesco Sorrentino e Filippo Castaldo, ha espresso “biasimo e profonda preoccupazione” per l’accaduto, giudicando l’operazione una violazione dei diritti fondamentali.

“Una misura sproporzionata e inaccettabile”

“Si tratta di una misura sproporzionata e inaccettabile, che offende i principi stessi dello Stato di diritto” – hanno dichiarato i legali, sottolineando come l’arresto preventivo “di centinaia di cittadini basato su semplici sospetti” rappresenti una pratica “degna di regimi autoritari, non di Paesi democratici e membri dell’Unione Europea”.

Appello alle istituzioni italiane ed europee

Secondo lo Studio Maior, tali provvedimenti costituiscono “un pericoloso precedente per le libertà fondamentali in Europa”. Gli avvocati chiedono una “verifica immediata e trasparente” da parte delle istituzioni italiane ed europee per accertare la legittimità dei fermi e le eventuali violazioni dei diritti individuali. Siamo pronti a difendere i tifosi del Napoli in ogni sede — nazionale, europea e internazionale — affinché venga fatta giustizia”, affermano Catalano, Sorrentino e Castaldo.

Lo Studio legale ha rivolto un appello diretto al Governo italiano e al Ministero degli Esteri affinché intervengano presso le autorità olandesi e gli organi dell’Unione Europea. “Difendere la libertà dei propri cittadini all’estero è un dovere costituzionale, non un gesto di cortesia” – affermano i legali – “Il Governo si dia una mossa: non è accettabile che cittadini italiani vengano privati della libertà senza motivo”.