Ospite de La Radiazza su Radio Marte, Gigi D’Alessio ha commentato la vittoria del Napoli sulla Juventus, soffermandosi sul momento positivo della squadra e sul clima allo stadio. Il cantautore ha apprezzato l’idea che il Napoli sia tornato a essere un gruppo unito, un “noi”, proprio come il titolo del suo ultimo album Nuje.
D’Alessio ha però espresso rammarico per i fischi rivolti a Luciano Spalletti al suo ingresso al Maradona: «Mi è dispiaciuto molto sentirli. Spalletti, durante il suo periodo a Napoli, ha dato tutto sé stesso. È stato forse l’unico allenatore a tatuarsi sulla pelle un simbolo della nostra città e ci ha regalato uno scudetto splendido. Non meritava quell’accoglienza».
Il cantautore ha anche commentato la scelta dell’attuale CT della Nazionale di tornare ad allenare nonostante in passato avesse affermato di non voler più guidare club: «Quanti di noi hanno detto “mai” e poi hanno cambiato idea? Come diceva Lucio Dalla, solo gli stupidi non cambiano opinione».
Guardando invece al presente, D’Alessio ha esaltato il lavoro di Antonio Conte: «È il grande direttore d’orchestra di questa squadra straordinaria. Il Napoli vince perché Conte è riuscito a trasmettere ai ragazzi la necessità della fame, quella che serve per arrivare ai risultati».
A proposito dei giocatori, il cantautore ha ribadito la sua visione: «Per me un calciatore o è sempre bravo o non lo è. Non è una questione di alti e bassi, ma di testa».
E non sono mancati i complimenti a Højlund, protagonista contro la Juventus: «Ha segnato una doppietta e ormai è già nel cuore dei napoletani. Per noi non si chiama più Højlund, ma “’o ì llan’…”».