Categories: Cultura

La Cattedrale di Casertavecchia, dove il tempo sembra essersi fermato

Iniziata nel 1113 e ultimata nel 1153, la Cattedrale di Casertavecchia, anche nota come Chiesa di San Michele Arcangelo, sorge molto probabilmente sui resti di una precedente chiesa di origine longobarda. Essa risulta essere la perfetta fusione di diversi stili architettonici, grazie anche ai numerosi rifacimenti cui la stessa è stata sottoposta nel corso dei secoli.

Cattedrale di Casertavecchia

La facciata a salienti riflette la struttura interna a tre navate e, come da tradizione, è rivolta verso Ovest. Contrastano nettamente con la muratura tufacea color grigio-ocra i tre portali benedettini in marmo bianco di Luni dalle cui ghiere spuntano figurette zoomorfe poggiate su mensole. Figure zoomorfe simili a quelle che sorreggono le colonne su cui poggia la ghiera della finestra in stile pugliese che si apre al di sopra del portale centrale. Nel timpano elementi di derivazione longobarda, quali gli archetti pensili, si fondono a elementi di derivazione arabo-normanna, quali gli archi intrecciati poggianti su colonnine in marmo.

Campanile della cattedrale

A destra della facciata sorge un campanile alto 32 metri ultimato in un secondo momento rispetto alla Chiesa ed esattamente nel 1234, al tempo di Federico II. Quest’ultimo presenta un ampio fornice a sesto acuto al di sotto del quale passa la strada principale del borgo. Al di sopra, un ordine che riprende lo schema degli archi intrecciati sovrastato da due ordini caratterizzati da bifore di grandezze decrescenti. In cima al campanile sorge la cella campanaria, di forma ottagonale, affiancata da torrette angolari anch’esse decorate col motivo degli archi incrociati.

L’interno, che presenta una pianta a croce commissa, riprende la facciata a salienti. La navata centrale, infatti, sovrasta quelle laterali di circa otto metri. Diciotto colonne di spoglio, quasi tutte di marmo cipollino, sorreggono archi a tutto sesto poggianti su capitelli, tutti diversi, molto probabilmente provenienti da antichi edifici di età romana e imperiale. Essi sono sovrastati da pulvini parallelepipedi utilizzati per arginare i problemi derivanti dalle differenti altezze delle colonne.

Interno della cattedrale

Un intervento di restauro della parte presbiteriale posteriore al 1207 ha determinato la realizzazione dell’attuale transetto a tre absidi, coperto da volte a crociera e diviso dalla navata da un arco a sesto acuto, e della cupola. Quest’ultima è nascosta da un tiburio ottagonale decorato da due ordini di archi intrecciati e da tarsie policrome di derivazione islamica. Temi vegetali e geometrici si affiancano in una decorazione di grande raffinatezza.

Tiburio ottagonale

 

Fonti: La Cattedrale di Caserta vecchia di Mario D’Onofrio, Editalia (1993)