Cultura

La bella Carmelina, ballerina di Capri uccisa dal fantasma dell’Imperatore Tiberio

Agli inizi del Novecento l’isola di Capri non poteva ancora vantare la fama ed il prestigio dei quali è oggi insignita e che la rendono una delle mete più ambite della Campania e non solo. Ci fu una donna però, che proprio all’inizio dello scorso secolo, riuscì ad attirare in una precisa zona dell’isola turisti, curiosi ed intellettuali del tempo. Stiamo parlando del monte Tiberio e delle adiacenti rovine della villa imperiale. Quando questi uomini giungevano sul monte venivano accolti dall’ultima ancella dell’imperatore “Timberio”, Carmelina Corrotta della quale vi raccontiamo una celebre leggenda tramandata dai capresi.

La donna nacque nel 1880 in un’umile casa del posto. Bella d’aspetto e aggraziata nelle movenze ammaliò, grazie alla sua sensualità, un uomo che sposò giovanissima a fine Ottocento. I due giovani innamorati ebbero in concessione dal Comune un appezzamento di terra sul monte Tiberio, dove decisero di aprire un’osteria che fungesse da punto di ristoro per i primi turisti che nelle loro escursioni si spingevano fino alla sommità dell’altura.

Qui era possibile gustare l’ottimo vino rosso caprese od una gustosa macedonia di pesche immerse nel vino bianco. Carmelina, però, non era completamente appagata da questa sua vita da ristoratrice e decise di dar libero sfogo alla sua personalità deliziando i suoi clienti col ballo della tarantella.

Nel corso della giornata Carmelina vestiva i panni della guida turistica ante litteram dando delucidazioni sul Salto dal quale, secondo la leggenda, Tiberio faceva precipitare tutti i personaggi che non gli andavano a genio. L’isolana, grazie alla sua fervida immaginazione, raccontava vicende straordinarie inerenti la vita dell’imperatore a Capri, mescolando leggende con fatti veramente accaduti, illustrando luoghi ed aneddoti con una passione tale da dare quasi l’impressione di aver vissuto in prima persona le storie che narrava.

Villa Jovis, la dimora da dove Tiberio diresse l’Impero Romano

Era a mezzanotte però che la vera magia andava in scena. Tra un racconto e l’altro Carmelina veniva pervasa da una sorta di furore mistico e cominciava a danzare. A piedi nudi volteggiava leggera, le ampie rotazioni della sua gonnella rossa lasciavano a bocca aperta gli spettatori che, alla fine dell’esibizione, applaudivano compiaciuti. In molti le chiedevano da chi avesse imparato a danzare, la sua risposta era talmente semplice da lasciare spiazzati.

Lei quel ritmo lo aveva nel sangue, era una vera e propria condizione cromosomica che aveva ereditato da una sua antenata che danzava la tarantella per “Timberio”. Raccontava di come, nelle notti di luna piena, lo spirito dell’imperatore la raggiungeva, rivelandole gli intrighi ed i vizi della sua epoca.

Col passare del tempo crebbe il mito della bella Carmelina e conseguentemente aumentarono anche i turisti che accorrevano per vederla danzare e per ascoltare le sue storie. Tra i più famosi il Kaiser di Germania, Guglielmo II, e l’archeologo Amedeo Maiuri. Fu quest’ultimo però a porre fine alla felicità della protagonista del nostro racconto. Lo studioso diede il via all’attività di scavo attorno a quelle rovine che ispiravano i racconti e la danza mistica di Carmelina.

Piano piano affiorò alla luce, dopo decenni di buio, l’intera struttura della villa di Tiberio. Tutt’a un tratto non ci fu più spazio per la fantasia della donna, la pietra nuda era testimonianza ed emblema di un passato che non aveva più bisogno di essere raccontato poiché parlava da solo.

Carmelina prese malissimo questo cambiamento radicale che, di fatto, pose fine al suo mondo ed alla sua leggenda. Nel 1950, in una calda mattinata di luglio, dopo aver distrutto le sue vesti da danzatrice si tolse la vita. Si dice che fu lo spirito dello stesso Tiberio ad ispirare il gesto. L’essenza dell’imperatore, a scavi ultimati, abbandonò l’isola e decise di portare con se la sua più devota e fedele ancella.

Fonte:
– Giuseppe Aprea – L’archeologo e la ballerina (L’isola, periodico di Capri e Anacapri)