Cultura

Scavi di Pompei: gli esperti che li hanno fatti rinascere torneranno a casa

Gli scavi archeologici di Pompei sono un’attrazione turistica unica al mondo, una delle migliori testimonianze della vita romana, una delle città meglio conservate di quell’epoca. Nel 2016 ha superato i 3 milioni di visitatori risultando il terzo sito più visitato in Italia.

Il sito archeologico per un bel periodo ha rischiato di cadere letteralmente a pezzi a causa dell’incuria. Il “Grande progetto Pompei” ideato dal governo italiano, dal 2012 si occupa di effettuare interventi di tutela per la riqualificazione dell’antica città. Il progetto ha reso possibile la sua rinascita avvalendosi di un team di esperti composti prevalentemente da architetti.

Ad oggi però il grande progetto Pompei rischia di perdere i suoi collaboratori . La segreteria tecnica è formata da ben 17 figure professionali che dal 18 febbraio rischia di non esistere più.

Grazie ai suddetti è stato possibile apportare miglioramenti, riaprire e restaurare nuove domus, valorizzare il sito.

Il team è composto da 3 archeologi, 9 architetti e 5 ingegneri e nella recente progettazione della legge di bilancio non c’è più. Se nulla dovesse cambiare e i loro appelli non saranno accolti, i 17 ricercatori dovranno lasciare il lavoro entro febbraio 2018.

Il grande progetto Pompei deve a loro molto, in quanto è stato realizzato con dedizione e passione. Hanno salvato Pompei dai crolli e dall’incuria. La deputata Luisa Bossa della commissione culturale della Camera ha sollevato la questione dei 17 esperti il 26 ottobre scorso, ma il caso degli esperti sembra non aver destato interesse.

Come fa notare il Corriere del Mezzogiorno, grazie a loro è stato possibile aumentare il numero di visitatori già dal 2014. Tra i pregi dei 17 esperti si ricorda l’apertura dell’Antiquarium che è stato riaperto al pubblico dopo quarant’anni, oltre alla riapertura di svariate domus chiuse al pubblico da anni.

Con l’uscita di scena del team si rischia di lasciare in sospeso programmi di riqualificazione che così non vedranno mai la realizzazione, e senza di loro c’è il rischio di rivedere Pompei di nuovo gettata nel caos.