Cultura

Capua, da gioiello della Roma Repubblicana a Capitale del Principato

La città dell’antica Capua (attuale Santa Maria C.V.) trae le sue origini dalla fondazione etrusca del V secolo a.C., essa fu la città più importante della zona campana per secoli, seconda solo a Roma, arrivando, in un dato periodo storico, ad essere una delle più grandi città del mondo antico.

Al suo enorme sviluppo nel corso del IV secolo, seguirono le attenzioni di popoli vicini: i Sanniti furono i primi ad interessarsi alle enormi ricchezze della fondazione etrusca (al tempo Capua era probabilmente la più grande città d’Italia) al punto da muovere l’esercito per conquistarla. Capua non sopportò l’affronto dei Sanniti, e chiese aiuto a Roma, che dovette reclinare la richiesta d’aiuto perchè vincolati da un patto di non belligeranza con i Sanniti. Gli abitanti di Capua, a questo punto, cedettero i loro territori a Roma, che fu indi obbligata a correre in suo aiuto, dando inizio alla prima guerra Sannita.

Il dominio di Roma rimase scomodo agli abitanti di Capua, che dopo la Battaglia di Canne appoggiarono politicamente Annibale, e fecero della loro città la principale roccaforte dell’esercito Cartaginese. Nel corso della seconda Guerra Punica, Capua rimase fedele al condottiero cartaginese, al punto che, dopo la sua ritirata, e l’arrivo della definitiva egemonia romana, molti senatori si tolsero la vita, pur di non asservirsi al nuovo dominatore.

Passata di mano a vari popoli, poi divenuta gioiello della Roma Repubblicana, essa fu al centro della celebre rivolta di Spartaco, e continuò negli anni ad avere un ruolo da protagonista nella storia d’Italia, almeno fino al 841, anno della distruzione di Capua Antica (oggi Santa Maria Capua Vetere) per mano dei Saraceni, al tempo sotto dominio longobardo e sottomessa al Ducato di Benevento. Dopo la distruzione della vecchia città, una massa sempre più ingente di sopravvissuti andò rifugiandosi su un’ansa del fiume Volturno dove, sulla base di un antico porto fluviale, i rifugiati fondarono la nuova Capua.

Qui, nell’899, il Conte Atenolfo I fondò il Principato di Capua, elevando ufficialmente la città a Capitale. Il nuovo stato, inserito nel contesto del Sacro Romano Impero, dominava ora gran parte dell’odierna Terra di Lavoro, comprendeva Benevento ed arrivò a dominare sul Ducato di Napoli e sulla fortezza di Gaeta, importantissimo porto del Mediterraneo. Intorno all’anno mille Pandolfo I Testadiferro riuscì ad unificare i dominii longobardi del Sud Italia. Alla morte di Pandolfo i figli si divisero l’immensa eredità paterna, Landolfo ricevette il ducato di Capua e Benevento, ma a seguito di una ribellione da parte di Pandolfo, nipote di Testadiferro, il ducato si divise e si indebolì, entrando nelle mire del conte normanno di Aversa, Riccardo I Drengot-Quarrel.

Del lungo dominio longobardo cui Capua fu indiscusso baluardo in Italia rimangono tracce nella sua architettura (come per la chiesa di San Michele a Corte), di Pandolfo Testadiferro, restava invece, fino alla fine della seconda guerra mondiale, una magnifica torre d’osservazione, conosciuta come Torre di Capodiferro (che doveva servire alla difesa dall’arrivo dei Saraceni dal mare) e che fu purtroppo fatta saltare in aria da soldati nazisti in ritirata dal Sud Italia.

Capua antica (odierna Santa Maria Capua Vetere) e la nuova Capua sono legate da un filo invisibile che le caratterizza reciprocamente: entrambe, in diversi momenti della nostra storia, furono baluardo di progresso ed importanti centri culturali ed economici della loro epoca.