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Musei italiani: Cambiano le tariffe ma restano i problemi

 

Si prospettano grosse novità per quanto riguarda il sistema tariffario dei musei e dei siti artistici e culturali.

Notizia molto importante per gli amanti dell’arte e non solo.

Il 19 giugno 2014, nell’Auditorium della Conciliazione di Roma, si è tenuta la terza edizione degli “Stati generali della cultura”, evento dedicato interamente ai beni culturali e quest’anno incentrato in particolare sul tema della valorizzazione e della tutela dell’intero patrimonio. Dario Franceschini, ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha annunciato che, secondo il nuovo decreto ministeriale, dal 1 luglio 2014 entreranno in vigore le seguenti norme :
–   I grandi musei, compresi gli Uffizi, Pompei ed il Colosseo, saranno aperti al pubblico ogni venerdì sera fino alle 22.

–   Ci sarà la possibilità di pagare due euro per due notti nel corso dell’anno.

–   Gli over 25 e gli over 65 pagheranno sempre a differenza degli under 18, il cui ingresso sarà gratuito (vale lo stesso anche per alcune categorie di lavoratori, ad esempio gli insegnanti)

– per i giovani dai 18 ai 25 anni ci sarà una riduzione sul costo del biglietto

–  La cosiddetta “Domenica al museo” (ogni prima domenica del mese) permetterà a tutti, indistintamente dall’età, di visitare i siti culturali gratuitamente. 

Probabilmente verranno organizzate due edizioni della “Notte dei Musei”. Il costo del biglietto d’ingresso sarà di un euro.

Ma qual è la situazione dei musei italiani? Attualmente lo stato dei musei italiani è a dir poco sconcertante, ancor più drammatico se paragonato al resto d’Europa, che investe nella cultura ben cinque volte di più.

Situazione davvero inaccettabile per un paese che vanta un patrimonio artistico e culturale inestimabile e d’alti livelli, da Nord a Sud.

I disagi sono vari e molteplici : molti musei non hanno un bookshop (circa il 50%), spesso e volentieri i cataloghi riportano notizie vecchie, c’è una notevole noncuranza per quanto riguarda l’aggiornamento delle info.

Spesso i dépliant, le brochure e simili non hanno traduzioni in inglese per i turisti. Ben ottanta musei non hanno aree di ristoro.  

Il costo del restauro del Museo Archeologico di Reggio è giunto a 33 milioni di euro mentre l’incasso solo a 24 mila euro.

Altri dati poco confortanti provengono dalla Campania : gli educatori museali sono in minoranza rispetto ai direttori e ci sono più custodi che responsabili dei servizi educativi!

Per non parlare dei danni che hanno subito gli Scavi di Pompei e spesso e volentieri dell’incompetenza del personale che non dà informazioni corrette e non parla alcuna lingua straniera.

Maria Resca, direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, in un’intervista, afferma che bisogna far fronte al problema, cercando di delegare ai privati, defiscalizzare le donazioni e dar spazio a nuovi professionisti, quali manager.
Andrea Carandini, presidente del FAI, pone l’attenzione sull’importanza dell‘Art Bonus, ovvero il credito d’imposta del 65% per le donazioni fatte ai beni culturali pubblici, detraibile in tre anni, che introduce sia l’autonomia finanziaria sia la figura dei manager. Purtroppo nell’Art Bonus non rientrano i beni privati ma si tenterà di estenderlo anche ad essi.

L’Italia è uno dei primi paesi che potrebbe investire tanto e tutto nella cultura e nel turismo ma purtroppo si rischia di perdere “quel che di bello” è rimasto. Bisogna correre ai ripari, cercando di tutelare il nostro patrimonio a tutti i costi.

Il museo è uno dei luoghi che danno l’idea più elevata dell’uomo.

André Malraux, La psicologia dell’arte, 1947/49

 

Per saperne di più : http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Sorgenti-esterne/VideoEmail/visualizza_asset.html_771338144.html