Cultura

Antonio Onorato, il chitarrista che accompagnò Pino Daniele: “Ogni nota è una dedica a lui”

Uscito il 10 Giugno e divenuto già una stella polare per molto musicisti, il nuovo album di Antonio Onorato “’E scelle” ha da subito destato interesse da parte del grande pubblico appassionato della buona musica.

Da molti visto come un ritorno alle origini è invece, a detta dello stesso artista, una riproposizione attualissima di sound mediterranei e  napoletani, che vanno a porsi in modo trasversale ad altri lavori di Antonio Onorato, creando uno spaccato che esula dalle sonorità degli indiani nativi americani alle quali l’ artista si è spesso rapportato.

Il nome dell’ album “’E scelle”, tende ad avere un significato ben preciso e ad esternare nello specifico sentimenti come libertà e speranza; non a caso infatti l’ album è stato scritto, editato e registrato durante la pandemia di covid-19.

Il nome che è stato scelto, per l’ appunto “’E scelle”, vuol dire in lingua napoletana “le ali”, proprio per enfatizzare gli aggettivi di cui sopra; una augurio affinché tutti noi possiamo ritornare a volare liberamente attraverso tutto ciò che amiamo di più.

Le tracce sono state tutte scritte da Antonio Onorato, tranne una, la quale è la riproposizione strumentale del brano di Pino Daniele “sarà” contenuto nel famoso album “ferry boat” . Questa traccia rappresenta più che altro un omaggio al compianto artista scomparso nel 2015, a cui Antonio Onorato era molto legato sia per motivi personali che lavorativi.

Onorato, infatti, è stato per diversi anni, sino alla fine, membro della formazione che accompagnava Pino Daniele strumentalmente, e per sua stessa ammissione, ha sempre dichiarato di sentirne l’influenza musicale ed indelebile di Pino durante la composizione dei suoi lavori.

Pino Daniele è stato e sarà sempre fonte di ispirazione per me, ogni nota che utilizzo, da quando inizio a comporre alla fine è per me una dedica a lui”. Questa è stata una sua dichiarazione in una intervista di qualche tempo fa. Caratteristica atipica, anche se non nuova per Antonio Onorato è la presenza, oltre ai dieci brani strumentali, di cinque brani cantati dallo stesso artista, che si è lasciato trasportare da un estro artistico singolare per la sua musica tradizionale.

Registrato nello studio del “giardino dei semplici” a Fuorigrotta, grazie anche al supporto fonico di Luciano Liguori, l’album è stato realizzato tra novembre e dicembre 2020 in modo molto rapido, anche per la facilità con cui la band storica di Antonio è riuscita a catapultarsi in modo quasi istantaneo nella sua visione musicale .

Particolare menzione va fatta al percussionista Rosario Jermano, che con la sua maestria ha dato un imprinting molto caratteristico alle sonorità dell’album, sapendo mescolare ogni singola nota con maestria e precisione pittorica.

Fantastici i membri storici della band, a partire dal maestro batterista Mario De Paola, Giuseppe Arena al basso e Alessandro La Corte piano e keyboards. L’album ha visto anche la partecipazione di Marco Zurzolo in una traccia col suo sax soprano, di Paolo Innarella al flauto in due tracce e Maurizio Rolli al basso in due tracce.

Con l’allentarsi delle stretta pandemica Antonio Onorato inizierà a portare questo fantastico lavoro in giro per  l’Italia, toccando diverse regioni in circa venti date. I sentimenti di Antonio durante la produzione sono stati veramente forti a suo dire: basti pensare al pezzo che da il nome all’album, “’E scelle”, scritto col suo caro amico e poeta Rino Giglio, scomparso prematuramente qualche anno fa; oppure alla traccia tredici, il cui titolo è “For Joe”, brano dedicato all’ amico Joe Amoruso e scritto pensando al suo stile musicale.

Una ultima menzione merita il layout dell’artista, che da tempo immemore si affida alla sua Gibson 175, con cui ha realizzato gran parte delle tracce, oltre ad aver utilizzato anche altre chitarre acustiche e a fiato.

Giuseppe Collaro

Chi è Antonio Onorato, chitarrista e amico di Pino Daniele

Musicista eclettico, compositore fertile ed innovativo, Antonio Onorato è entrato di diritto nella storia della chitarra italiana. Nei suoi 30 album pubblicati ha saputo innestare su linguaggi jazz-rock, gli stilemi armonico-melodici della tradizione napoletana fondendoli con la musica afro-americana, medio-orientale e brasiliana, elaborando uno stile originale e sempre in evoluzione.

È l’unico musicista al mondo a utilizzare la breath guitar o chitarra a fiato, uno strumento rivoluzionario e futuristico.  Ha suonato in prestigiosi festivals e teatri in tutto il mondo tra cui il “Blue Note” di New York e ha collaborato con Pino Daniele, Franco Cerri, Toninho Horta, James Senese, Gerald Cannon, Enrico Rava, solo per citarne alcuni.