Cultura

I Biscotti di Castellammare, un segreto custodito per quasi 200 anni

I biscotti di Castellammare. Fino a qualche anno fa gli ambulanti li vendevano ai caselli autostradali, ancora oggi si possono acquistare in spiaggia e assaporarli tra un bagno e l’altro. Oltre a comprarli nei biscottifici, panifici e supermercati. Anticamente si era soliti inzupparli nell’acqua della Madonna di Castellammare di Stabia. E’ la cittadina vesuviana a dare i natali ai biscotti dalla forma allungata simili ad un sigaro.

Biscotti di Castellammare. La storia

Secondo il racconto giunto sino alla modernità, i biscotti di Castellammare nascono nel 1848 dalle mani dei fratelli Francesco e Giovanni Ricciardi. Comincia la produzione e il successo di pubblico. Tantissime le persone che da Napoli e da tutta la provincia si recano nella cittadina stabiese per acquistare quei biscotti dal sapore inconfondibile. La ricetta viene custodita gelosamente dalla famiglia Ricciardi fino a quando arriva tra le mani di Donna Concetta, figlia di Francesco Ricciardi. La leggenda popolare narra che tanto è forte la volontà di rubarle quel segreto che fu avvelenata. Per fortuna prima di morire riesce a confidare la ricetta originale a suo nipote Mariano che la tramanda di generazione in generazione fino ai nostri giorni. In tanti hanno tentato di riprodurre i biscotti di Castellammare esattamente come la famiglia Ricciardi li ha inventati. Ancora oggi vengono impacchettati e venduti nella stessa carta di colore azzurro utilizzata dagli antichi pastai della vicinissima Gragnano.

Biscotti di Castellammare. Come si fanno

Sono preparati anche a livello industriale oltre che artigianale. Gli ingredienti di base sono farina, zucchero, burro, lievito di birra e vanillina. Il tutto è lievitato naturalmente e cotto al forno. La forma tipica è quella del sigaro ma si possono trovare anche ad anellini o freselline.