Sport

Video. Ha sconfitto una paralisi e il calcioscommesse: il napoletano Pisacane in lacrime dopo l’esordio in A

Le lacrime scorrono a fiotti sul suo viso, forse a portarsi via, almeno per qualche istante, i brutti ricordi che lo tormentano sin dalla giovane età, rinvigoriti – casomai ce ne fosse bisogno – da un nuovo bivio che la vita gli ha messo davanti qualche anno dopo. Fabio Pisacane, però, ha scelto sempre la strada giusta, da quella che lo ha portato a guarire miracolosamente dalla sindrome di Guillaine-Barré a quella della denuncia di un tentativo di combine. Difensore prima dei valori dello sport e poi sul campo, insomma. E ieri, dopo aver calcato, a 30 anni, per la prima volta quello della Serie A non è più riuscito a trattenersi dal piangere per tutto quanto subito e affrontato prima di trovarsi lì dove sognava di essere sin dall’infanzia, vissuta nei Quartieri Spagnoli, a Napoli.

Cagliari-Atalanta il suo battesimo di fuoco, per giunta vittorioso (3-0 il risultato finale) per il neogiocatore sardo. Naturalmente, però, tutto in salita. Già, perché sull’1-0 per i suoi l’arbitro ha decretato un rigore agli orobici proprio per un suo fallo, avvenuto invece fuori area. Uno che ha sconfitto una paralisi e il calcioscommesse, tuttavia, non poteva certo farsi rovinare l’esordio da una “cosuccia” così e infatti il suo portiere neutralizza il penalty, mentre Borriello e Sau finiscono di guarnire la torta con altre due ciliegine. Se hai passato quello che ha passato lui il sapore è ancora più dolce.

Era nel Genoa quando nessuno poteva nemmeno lontanamente immaginare alla festa celebrata ieri: il primo boccone amaro proprio nelle giovanili liguri, quando una mattina si sveglia completamente paralizzato, dalla testa ai piedi. Ha la sindrome di Giullaine-Barré, un caso su 100 mila individui l’anno. Se si bloccano anche i muscoli respiratori in fondo al tunnel c’è la morte. Fabio Pisacane, invece, vi trova la maglia del Genoa, in Serie B.

Poi un lungo girovagare per l’Italia, alla ricerca del sogno che sembrava perduto per sempre. Scende in Lega Pro, prima con la Cremonese, poi col Lanciano e infine col Lumezzane. L’avversario stavolta si chiama calcioscommesse: il 17 aprile del 2011 la sua nuova squadra deve affrontare il Ravenna del ds Buffone, il quale gli promette 50 mila euro se lo aiuta a combinare il risultato. La sua risposta, esattamente un anno dopo, gli varrà la nomina FIFA – per bocca dell’allora presidente Sepp Blatter in persona – di “Ambasciatore del calcio pulito nel mondo” (assieme a Simone Farina). Aveva semplicemente – si fa per dire – detto di no, perché la cifra propostagli ammontava alla metà del suo stipendio annuale.

Il mondo lo elogia, l’Italia sembra dimenticarsi di lui, tanto che la FIGC – contrariamente a quanto avviene con Farina – lo ignora totalmente). Anzi ben presto piovono pesanti accuse sul suo conto e a farle è il boss della Nuova Vanella Grassi, Antonio Accurso: rivela che Pisacane e Izzo, all’epoca in forza all’Avellino (di nuovo in B) si erano detti disposti ad aiutarli nella combine di qualche partita. Alla fine, però, ciò non avverrà mai.

Tuttavia Pisacane decide di trasferirsi e cambiare aria, cedendo così – nel 2015 – alla corte del Cagliari, pronto a ritornare in Serie A dopo la retrocessione tra i cadetti. Il difensore dei Quartieri Spagnoli vince anche questa sfida e così dopo le prime tre partite vissute dalla panchina ieri si è ritrovato scrivere l’unico finale possibile di una favola che ha dell’incredibile, comprensibilmente commosso per poterla raccontare.

ECCO IL VIDEO INTEGRALE DELL’INTERVISTA DI FINE PARTITA: