Giovane del Sud ha inventato l’orologio che diagnostica il Parkinson

Il Parkinson è ormai noto per essere una malattia neurodegenerativa che lentamente causa “disordini del movimento”. L’età in cui si è a rischio è sicuramente quella intorno ai 58-60 anni e quella a partire dagli 85 anni ma, anche se in percentuali molto basse, l’esordio della malattia può presentarsi anche tra i 21 ed i 40 anni.

Gli elementi che sviluppano il morbo di Parkinson sono molteplici proprio come i suoi sintomi: tremore, lentezza nei movimenti e disturbi dell’equilibrio. È proprio per agevolare le persone colpite da questa malattia che Luigi Battista, 29enne lucano, ha inventato con l’aiuto di un team eccezionale un orologio da polso in grado di diagnosticarla e monitorarla. Si tratta del Pd-watch (Pd: Parkinson’s desease) e per il momento di questo ambizioso progetto esiste già un prototipo che andrà migliorato per poterlo finalmente mettere sul mercato.

In un’intervista a Ilquotidianodellabasilicata.it, il giovane ingegnere biomedico con una grande passione per la ricerca ha descritto nei particolari a cosa sarebbe utile il suo Pd-watch: “Mi sono ritrovato ad approfondire le modalità con cui si diagnostica il Parkinson, chiedendomi se era possibile monitorare la malattia, non limitandosi al solo momento dell’esame neurologico, visto che la gravità del tremore può variare nel corso dell’intera giornata, e in modo da trovare la terapia più corretta. A furia di cercare, sono arrivato all’idea: un dispositivo da polso, non invasivo, e semplice da usare sia per i medici che per i pazienti. È una scatolina, 4 per 5 centimetri, alta meno di 2 e che pesa complessivamente 36 grammi, al cui interno ci sono una scheda elettronica con sensore inerziale, che misura il tremore, un microcontrollore e un dispositivo di memorizzazione che raccoglie i dati relativi all’intensità del tremore. Il medico acquista il dispositivo e lo fa indossare al paziente, che lo terrà al polso per un giorno o al massimo una settimana. In questo arco temporale, Pd-watch misura il tremore durante tutti i momenti della giornata, immagazzinando dei dati che, tramite internet o una scheda di memoria, sono acquisiti dal medico e trasferiti su una piattaforma on line. Successivamente sono inviati a un calcolatore che elabora i risultati sotto forma di grafici e che consentono al medico di redigere il referto, con la terapia più adeguata”.

Luigi Battista è speranzoso anche se per il suo progetto, che è già riuscito ad ottenere 15mila euro grazie a Think4South, servirà tempo e tanto denaro.