Primo giorno di scuola per la bimba malata: scatta riunione a porte chiuse tra genitori e preside

Si era rivelato necessario perfino l’intervento del Ministro della pubblica Istruzione, Stefania Giannini, per risolvere il caso della piccola Francesca (nome di fantasia) che però, sembra non essere ancora giunto al termine. Dopo l’indignazione generale scatenatasi sui social a seguito della divulgazione della notizia che una bambina disabile era stata esclusa da una scuola di Caserta, gli organi scolastici non hanno potuto fare a meno di revocare quel vergognoso “no”.

Questa mattina Francesca, ragazzina disabile e data in affidamento a causa dei problemi riscontrati nella sua famiglia d’origine dai servizi sociali, ha finalmente assaporato l’ebrezza del suo primo giorno di scuola. Alle otto di questa mattina ha varcato il portone della scuola media San Giovanni Bosco di Trentola Ducenta, la stessa che meno di un mese fa l’aveva scartata adducendo come motivazione una presunta “mancanza di spazio”.

In tanti hanno esultato, eppure quella della ragazzina e dei suoi genitori affidatari è una vittoria a metà. Mentre Francesca si godeva il suo primo giorno di scuola, qualche stanza più in là, il dirigente scolastico Michele Di Martino era in riunione con una quindicina di genitori. Impossibile non solidarizzare con un genitore preoccupato per la sorte del proprio figlio, un po’ meno possibile però, farlo con chi decide di intentare una battaglia di esclusione ed emarginazione ai danni di una bambina in difficoltà.

Dall’incontro sono stati cacciati e accompagnati fuori, su iniziativa del preside, i giornalisti. Una volta usciti dall’aula genitori e preside sono rimasti in religioso silenzio. Impossibile non chiedersi: Non sarebbe stato più semplice parlarne con maturità ed apertura? Cercare una soluzione condivisa al “problema”, fare prevenzione e chiamare medici ed esperti in grado di informare mamme e bambini sulla diffusione e il contagio dell’Aids, piuttosto che stigmatizzare una ragazzina di undici anni che ha la sola colpa di essere malata?