Parroco dei Quartieri Spagnoli: “Qui lo Stato non si vede. I bambini sono a rischio”

Don Giovanni Ialia da quasi mezzo secolo dedica la sua vita al sacerdozio. Trentadue sono gli anni che ha trascorso predicando la parola di Dio nella Chiesa dei Santi Francesco e Matteo ai Quartieri Spagnoli. E’ proprio tra questi vicoli che ha visto guerre di camorra, episodi di violenza e tanto altro ancora.

L’ultimo episodio è avvenuto mercoledì scorso, quando un uomo, per sfuggire ai sicari, ha trovato riparo nei locali vicino la suddetta chiesa, dove decine e decine di ragazzini erano intenti a seguire una lezione di arti marziali. I bambini hanno visto quanto accaduto ma, nonostante tutto, molti sono tornati in quel punto di ritrovo, importante per i giovani tanto quanto la chiesa.

“I genitori hanno capito che un fatto del genere, seppur gravissimo, sarebbe potuto succedere ovunque – ha raccontato Don Giovanni Ialia in un’intervista a IlMattino.itLa palestra continuerà a essere punto di riferimento e di aggregazione per i bambini e per i loro genitori. Per una maggiore tranquillità li faremo entrare dall’accesso della chiesa. [..] Episodi del genere accadono relativamente spesso, ma nessuno si aspettava che si sarebbe arrivati a mettere a rischio i bambini. I sacerdoti fanno tanto per riqualificare un quartiere, ma l’ignoranza è a volte molto forte”.

Per Don Giovanni Ialia, parroco di frontiera, il principale problema di queste zone meno sicure della città, dove l’illegalità fa da padrona, è il totale disinteresse dello Stato, il quale sembrerebbe aver dimenticato che qui c’è bisogno di costruire nuove realtà soprattutto per i giovani, che quotidianamente rischiano di entrare in contatto con il mondo della criminalità: “Il vero problema è che, in zone come questa, lo Stato non si vede. Una volta usciti dalla scuola non c’è nulla. I parroci, con gli oratori, riempiono quello spazio lasciato vacante con attività anche non strettamente legate alla religione, ma che possono contribuire a creare un punto di riferimento che tenga lontani i ragazzi dalle strade e che offra loro delle alternative”.

Infine, Don Giovanni lancia un appello: “Queste persone che vivono nella illegalità dovrebbero capire che non è quella la via giusta, che invischiarsi in certi affari porta solo a peggiorare la propria situazione. Non serve la pattuglia che passa due volte al giorno. I controlli spesso si rivelano poco fruttuosi: chi vive d’illecito sa come sfruttare la legge a proprio favore. Qui c’è bisogno di un presidio duraturo, concentrato in quei posti che sono il cuore degli illeciti. La gente deve vedere che lo Stato c’è“.