Ruggero Marazzi, capo della Protezione Civile del Comune di Frosinone, Disaster Manager ed Emergency Manager, ci ha spiegato l’andamento della tre giorni nella zona del Casaleno : “E’ stata un’esercitazione per tarare l’organizzazione in caso di calamità. Questa è un’area strategica individuata e deputata a diversi scopi, anche per quanto riguarda un’eventuale emergenza Vesuvio. La popolazione di Frosinone è abituata a questo tipo di iniziative, sa bene quando ci stiamo addestrando oppure se stiamo lanciando un allarme. La risposta è stata positiva, ampia partecipazione con scolaresche che hanno visitato il campo. Vorrei precisare che questa zona, in caso di emergenza Vesuvio, sarebbe deputata semplicemente ad una prima accoglienza per gli sfollati del Comune di Ottaviano e di un quartiere napoletano. Successivamente verrebbero poi condotti alla destinazione prestabilita”.
Nessun allarme ma semplicemente la constatazione che nella nostra regione, in teoria deputata quotidianamente a prepararsi per garantire la sicurezza dei suoi cittadini, si tace su di una questione che riveste un’importanza vitale. Chi si prenderebbe un giorno la responsabilità se dovessero morire migliaia e migliaia di persone per non essersi preparati?