Mario Lo Russo ha parlato con il pm della Dda di Napoli, Enrica Parascandolo. Il suo racconto è pieno di omissis ed è stato depositato agli atti della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del boss del Vomero e dei suoi fedelissimi, per le estorsioni su cantieri della tangenziale di Napoli e sulla ristrutturazione del Cardarelli. Nel caso della Collinare, le tangenti sarebbero state pagate a tutti i clan della camorra a seconda della zona dove si svolgevano i lavori.
Questo uno stralcio della sua deposizione, riportata da InterNapoli.it: “Un paio di mesi prima del mio arresto, siamo nel 2014, ho partecipato a diverse riunioni sulle estorsioni ai lavori della metropolitana collinare. Siamo andati in diverse occasioni a parlare con Luigi Cimmino per stabilire i termini della suddivisione in quote tra noi Lo Russo e loro dei Cimmino, in relazione ai proventi delle estorsioni alle ditte che avevano l’appalto per i lavori della metropolitana… ho partecipato a quattro o cinque riunioni che si sono tenute in piazza Arenella in un vicolo, all’ultimo piano di un palazzo antico e senza ascensore, credo fosse casa di Luigi Cimmino… per noi Lo Russo, oltre a me, c’erano Gennaro Palumbo e Claudio Borriello, persona specializzata in pratiche assicurative e nel trasferimento di informazioni, mentre Luigi Cimmino era sempre accompagnato da almeno tre persone… Cimmino si occupava di tutto e ci riservava il 4 per cento dell’appalto a scatola chiusa”.
Il verbale ora è in mano alla Dda di Napoli che lo ha inserito nelle indagini già in corso sulle tangenti pagate ai clan per la realizzazione della nuova linea Metro di Napoli.