I lavoratori, infatti, erano sprovvisti del regolare contratto di lavoro, nonché di ogni tutela assicurativa e provvidenziale. Tuttavia, il lavoro a nero non è stata la sola lacuna dell’azienda, la quale non provvedeva al giusto smaltimento dei rifiuti secondo le regole ambientali: si tratta di rifiuti tessili e di materiale plastico, i quali venivano dispersi nell’ambiente, causandone l’inquinamento.
Le operazioni sono state dirette dal comandante Angelo Marciano e dal commissario capo Rosa Codella, entrambi del Corpo Forestale dello Stato.
La guerra all‘illegalità ambientale non si placa, dunque, da parte degli uomini dello Stato, in una terra che ha già subito pesantemente gli abusi dell’ecomafia.