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Classifica dei migliori ospedali italiani, Nord batte Sud: Campania e Abruzzo le peggiori

Prevenire è meglio che curare. Già, ma in quale ospedale e in quali Regioni è meglio affidare la propria salute una volta contratta una malattia? A rispondere a questa domanda ci ha pensato l’Agenas (Agenzia Sanitaria delle Regioni Italiane), che anche quest’anno ha pubblicato il Pne, ovvero il Programma Nazionale Esiti. Sulla base di un’attenta valutazione relativa a ben 7 aree cliniche (gravidanze, chirurgia generale, chirurgia oncologica, area cardiocircolatoria, nervosa, respiratoria e osteomuscolare) e ai rispettivi tempi di attesa, percentuali di buona riuscita degli interventi, decorso, casi affrontati e post operazione, si è fatto un bilancio delle Regioni italiane nella quali il sistema sanitario funziona meglio e quelle, invece, dove va peggio. Risultato? Nord batte ampiamente il Sud, con la Campania (assieme all’Abruzzo) a portare il vessillo del fanalino di coda nostrano.

In generale, dal resoconto dell’Agenas viene fuori che gli ospedali che lavorano di più sono quelli che lavorano anche meglio, probabilmente per una maggiore domestichezza con casi affrontati già in precedenza. E’ per questo che nel Pne figurano delle vere e proprie classifiche dei migliori istituti ospedalieri d’Italia relativamente a determinati interventi da effettuare.

Ad esempio, considerando che l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ritiene che un Paese non debba superare il 15% dei tagli cesarei, gli ospedali più virtuosi (cioè che ricorrono più spesso al parto naturale) da questo punto di vista sono:

1 – Ospedale di Carate Brianza – 5,41%
2 – Ospedale di Lecco – 6,68%
3 – Ospedale del Ponte, Varese – 6,85%
4 – Ospedale Ramazzini, Carpi – 8,11%
5 – Fondazione Bambino Mamma, Monza – 8,41%
6 – Istituto clinico perfezionamento, Milano – 8,57%
7 – Ospedale dell’Est Veronese – 9,57%
8 – Ospedale di Montebelluna – 10,02%
9 – Ospedale Civile, Vimercate – 10,38%
10 – Azienda ospedaliera, Reggio Emilia 10,87%
Media italiana – 25,11%

In totale la media italiana si attesta sul 25%, con la Campania che anche in questa singola classifica recita il ruolo del peggiore della classe, ricorrendo al cesareo circa nel 50% dei casi.

Per interventi relativi all’installazione di un bypass autocoronarico si è, invece, valutata la mortalità derivante da tali operazioni a 30 giorni dall’intervento (con una media italiana vicina al 2,5 %):

1 – San Raffaele, Milano – 0%
2 – Cliniche Gavazzeni, Bergamo – 0,37%
3 – Santa Chiara, Trento – 0,50%
4 – Hesperia Hospital, Modena – 0,55%
5 – Spedali Civili, Brescia – 0,62%
6 – Fondazione Giovanni Paolo II, Campobasso – 0,66%
7 – Ospedale di Lecco, Lecco – 0,73%
8 – Città di Lecce, Lecce – 0,74%
9 – Poliambulanza, Brescia – 0,80%
10 – Ismett, Palermo – 0,85%

Oltre che più bravi gli ospedali settentrionali sembrano essere anche più veloci, visto che anche nella classifica che considera i giorni di attesa per un intervento al collo del femore (che in un anziano non dovrebbero mai superare i 2 giorni) è ancora il Nord a farla da padrona, visto che quasi sempre l’operazione avviene entro le 48 ore (con una media nazionale pari al 54, 64%):

1- Istituto ortopedico Galeazzi, Milano – 97,39%
2 – Santa Maria della Scala, Imola – 91,65%
3 – Fondazione Poliambulanza, Brescia – 91,55%
4 – Ospedale Versilia, Camaiore – 90,03%
5 – Ospedale di Venere, Bari – 90,04%
6 – Careggi, Firenze – 89,11%
7 – Fondazione Macchi, Varese – 88,97%
8 – Ospedale Martini, Torino – 87,84%
9 – Ospedale Umberto I, Lugo di Romagna – 87,71%
10 – Policlinico Gemelli, Roma – 87,35%

Facendo, poi, un quadro riassuntivo della qualità degli ospedali italiani e dei sistemi sanitari regionali, secondo il Pne sono soprattutto la Campania e l’Abruzzo le regioni con la più bassa qualità nell’assistenza ai degenti, come si buon ravvisare dalla mappa seguente:

Se, infatti, mediamente circa il 10% delle strutture sanitarie regionali sono risultate essere caratterizzate da una qualità molto bassa, nelle due regioni sopracitate questa percentuale arriva circa al 30%.