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Paolo e Luciana: due cuginetti napoletani uccisi dalla Shoah a 8 mesi

Nella Giornata della Memoria vogliamo raccontarvi la triste storia di due piccoli cuginetti che non sono sopravvissuti alla Shoah: la loro sfortuna, infatti, è stata quella di essere nati nell’anno più cruento della storia di tutti i tempi.

Luciana Pacifici e Paolo Procaccia, questi erano i nomi dei due piccoli angeli. Luciana nacque il 28-05-1943 a Napoli e Paolo il 03-01-1943 sempre a Napoli. Le loro famiglie erano originarie della Toscana: il padre di Paolo, Aldo Procaccia, era fiorentino, la madre Milena Modigliani era livornese. Il padre di Luciana, Loris Pacifici, era originario di Livorno ma cresciuto a Viareggio, mentre la madre, Elda Procaccia, sorella di Aldo, era nata a Napoli ma di famiglia fiorentina.

Le famiglie di Luciana e Paolo erano ebree e in quegli anni era frequente che ebrei italiani si trasferissero alle falde del Vesuvio, riuscendo qui a professare contemporaneamente la propria religione e il proprio credo politico (erano fascisti) senza imposizioni. Purtroppo il 1943 fu un terribile anno per Napoli: bombardata da raid aerei molti scappavano verso nord. Anche le famiglie di Luciana e Paolo così trovarono rifugio in Toscana, presso dei parenti, a Cerasomma, in provincia di Lucca.

Invece di trovare la salvezza, furono arrestati il 6 dicembre 1943. Aldo, il padre di Paolo, e suo nonno Amedeo, erano iscritti al partito fascista dal 1926, ma con le leggi antisemite vennero cacciati dal partito nel dicembre 1938 e da allora le loro famiglie entrarono nella lista di quelle perseguitate. Probabilmente scoperti e denunciati dagli abitanti di Cerasomma, venne tratta in arresto tutta la famiglia, anche i piccoli Paolo e Luciana la cui unica “colpa”, se vogliamo chiamarla così, era quella di essere ebrei. Sfuggirono all’arresto gli zii Sergio Oreste Molco e Yvonne Procaccia, sorella di Aldo, con il figlio Renato.

Lo zio Oreste, però, nel tentativo di salvare i suoi parenti, venne poi arrestato anche lui. Dapprima furono portati al campo di Bagni di Lucca, dove era stato allestito un campo di concentramento per tutti gli ebrei arrestati in quella provincia; successivamente, il 30 gennaio 1944, vennero condotti su un convoglio al binario 21 della stazione di Milano per raggiungere Auschwitz. Purtroppo da quel momento quasi nessuno tornò.

Il convoglio arrivò ad Auschwitz il 6 febbraio 1944. Amedeo Procaccia, lo shammàsh della sinagoga di Napoli, Iole Benedetti, sua moglie, suo figlio Aldo, la figlia Elda, i generi Oreste Sergio Molco e Loris Pacifici, la nuora Milena Modigliani ed il nipotino Paolo, furono portati direttamente dentro il campo di Birkenau ed alle camere a gas. Luciana non ci arrivò mai perché morì sul vagone bestiame che trasportava la sua famiglia. Yvonne e suo figlio Renato saranno gli unici di questo gruppo a sopravvivere ai campi.

Una storia terribile che segna ancora di più le nostre coscienze, pensando a questi due cuginetti che hanno avuto la sfortuna di nascere negli anni peggiori della storia, i cui occhi hanno visto probabilmente solo morte e paura.

Proprio in ricordo di Luciana, piccola vittima della Shoah, a Napoli è stata intitolata una strada di Borgo Orefici, per non dimenticare mai una delle pagine più brutte della storia dell’umanità.

Fonti:

– www.napoliflash24.it/storie-della-shoah-lultimo-viaggio-luciana-pacifici
– digital-library.cdec.it
– www.luccaindiretta.it/dalla-citta/item/62233-luciana-e-paolo-la-storia-dei-due-bimbi-deportati.html