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Video. Moto senza RC, Luca Abete con i napoletani: “Basta razzismo assicurativo”

Napoli – Luca Abete, il famoso inviato di Striscia la Notizia che si occupa di temi e casi riguardanti la Campania, ha realizzato un servizio nella città di Napoli per verificare quanti motoveicoli sprovvisti di copertura assicurativa circolassero in un solo giorno.

Sul lungomare Caracciolo i motoveicoli senza copertura assicurativa sono risultati 2 su 50; a Piazza Vanvitelli, cuore del Vomero, 4 su 50. Ben 7 su 50 invece a Piazzale Tecchio, a Fuorigrotta, ma il numero sale man mano che ci si sposta verso zone più popolari: 12 su 50 a Pianura, 14 su 50 a via Foria ovvero il 28% delle moto. Luca Abete precisa che non si tratta di un’indagine scientifica, che però fornisce un quadro indicativo – ed allarmante – della situazione.

Il problema principale, spiega Luca Abete, è costituito dalle altissime tariffe che le assicurazioni praticano a Napoli rispetto alle città del Centro e del Nord Italia, giustificate da un presunto maggior numero di falsi sinistri nel capoluogo partenopeo, dove un 35enne senza sinistri da tre anni arriva a pagare anche cinque o sei volte in più rispetto a città come Milano. Alcune persone non possono sopportare il costo delle polizze, ma allo stesso tempo hanno bisogno della moto per andare al lavoro.

Mario De Crescenzio, presidente dell’associazione Mo’ Bast!, ha invece affermato che secondo le statistiche Ivass e Antitrust i rischi sono uguali per quanto riguarda città omologhe come possono essere Napoli e Milano, in relazione al costo medio e alla frequenza media dei sinistri.

Siamo di fronte, perciò, a un vero e proprio razzismo assicurativo. Questo tema, tuttavia, è noto già da parecchio tempo e nonostante gli inviti, anche da parte delle istituzioni sovranazionali, a mettere fine a tale condizione di ingiusto svantaggio a carico di una parte del Paese (è tutto il Sud a patire l’atteggiamento delle assicurazioni) le compagnie assicurative hanno sempre fatto orecchi da mercante.

Dall’altro lato c’è inoltre da sottolineare una sostanziale immobilità dello Stato centrale, incapace di agire normativamente per imporre alle compagnie un atteggiamento diverso. Alcune proposte presentate in Parlamento sono state insabbiate o bocciate.