Solo questo tipo di esame potrebbe permettere alle autorità di identificare i resti dei corpi rinvenuti, visto che il barbaro smembramento degli stessi al momento non ha consentito agli inquirenti la loro identificazione. Per questo motivo l’avvocato Luigi Ferrandino, saputa la notizia, ha prontamente avviato le procedure internazionali per consentire l’esame del Dna sui corpi, in modo da comprarlo con quello dei suoi assistiti.
In attesa dei responsi, nel frattempo continuano le indagini. La pista più calda è quella che vedrebbe i tre napoletani vittime di una ritorsione da parte dei gestori di qualche raffineria di uno dei temibili cartelli della droga messicani: i “desaparecidos” avrebbero venduto loro dei generatori elettrici cinesi di scarsa qualità spacciandoli, però, per degli originali “caterpillar”. Peraltro, a venderli all’ipotetico clan sarebbero stati degli agenti di polizia, per una cifra – per giunta – irrisoria.