“Il trattamento adiuvante con l’acido zoledronico più la terapia ormonale con letrozolo – spiega il promotore dello studio Francesco Perrone – aumenta significativamente la sopravvivenza libera da malattia rispetto al tamoxifene, finora usato, in donne che al momento della diagnosi hanno ancora una normale attività mestruale. E proprio la combinazione dei due farmaci produce i risultati migliori in termini di efficacia, portando dal 15 per cento al 7 la percentuale di donne che a 5 anni dall’inizio della terapia hanno una recidiva della malattia“.
Risultati ottimi, ma che necessitano tuttavia di essere confermati, tenendo ancora sotto osservazione chi ha partecipato alla sperimentazione. Se la bontà dei dati dovesse essere confermata si tratterebbe, senza ombra di dubbio, di un passo fondamentale anche verso la prevenzione del tumore alla mammella.