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Qualità della vita, Napoli ancora tra le peggiori: ma non era la più felice d’Italia?

La qualità della vita a Napoli si attesta, anche per il 2018, su livelli bassissimi. A dirlo è l’indagine realizzata, nelle 110 province italiane, da Italia Oggi e l’Università La Sapienza di Roma proprio sulla qualità della vita: la città partenopea si è classificata terz’ultima (solo davanti a Palermo e Vibo Valentia). Il risultato dell’indagine sembra gettare nello sconforto quanti si erano entusiasmati per la notizia che “Napoli è la città più felice d’Italia, girata nei giorni scorsi.

Peccato che questa “felicità” sia miseramente legata all’uso dei psicofarmaci (il cui costo non è certamente basso), mentre a guardare la realtà la situazione appare totalmente capovolta. Qual è questa realtà da guardare? Tutto viene racchiuso e sintetizzato nei nove elementi (21 sotto dimensioni, 84 indicatori di base) al centro dell’indagine sulla qualità della vita: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita.

Per Napoli, purtroppo, si riscontrano criticità per ogni elemento. Ad esempio non si può parlare di criminalità senza prendere in considerazione che, nonostante diversi proclami politici, la camorra continua a sparare senza freni, con sempre più giovani che scelgono la strada della delinquenza. Non si può parlare di salute senza ricordare l’episodio recente (uno dei tanti) delle formiche che “passeggiavano” tranquillamente su una paziente intubata al San Giovanni Bosco.

O ancora, non si può parlare di ambiente senza guardare ai tanti cumuli di immondizia che affollano le strade del centro (anche quelle panoramiche), ma soprattutto della periferia. Alcuni elementi potrebbero anche “camminare” insieme come lavoro e disagio sociale: è ovvio che se manca il posto di lavoro, il disagio sociale (e personale) è evidente. Non tutto, però, è da gettare, ma queste indagini (fatte sulle esperienze reali delle persone) sono un invito costante ad una riflessione non solo per la classe politica, ma per tutta la società civile che dovrebbe essere la prima a voler migliorare.