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Napoli, aumenta la tassa di soggiorno: protestano gli albergatori

Una brutta notizia per gli albergatori di Napoli: a partire dal primo aprile aumenterà la tassa che ogni turista dovrà pagare per soggiornare in città.

La cifra si aggira tra i 2.50 e i 3 euro a seconda del tipo di albergo scelto, la tassa aumenterà di 50 centesimi.

Ci hanno convocato per farci prendere atto di una scelta unilaterale – protesta all’Ansa Agostino Ingenito, referente Abbac – ci costringono a subire un aumento mentre la concorrenza tra città e territori si fa sempre più agguerrita.  Siamo in imbarazzo a dover comunicare  l’aumento ai turisti mentre mancano servizi, decoro e sicurezza e nulla si sa dell’utilizzo di quei fondi raccolti dai nostri operatori e versati nelle casse del Comune. Chiediamo una verifica degli organi di controllo per accertare in che modo sono stati spesi”.

Il Comune pensa di ricavare dal turismo più di quanto è possibile. L’aumento dell’imposta di soggiorno, infatti, non solo rappresenta un aggravio di spesa per il turista, ma anche un aggravio di lavoro per il personale degli alberghi oltre a creare difficoltà per gli aggiornamenti dei programmi gestionali. Ma anche l’immediatezza dell’entrata in vigore è deprecabile“, dice il presidente di Federalberghi Napoli, Antonio Izzo. “I problemi finanziari del Comune di Napoli non possono essere risolti elevando la tassa di soggiorno, quindi penalizzando l’attività turistica. I proventi della tassa dovrebbero essere destinati completamente al miglioramento dei servizi turistici, non utilizzati per fare cassa, come è finora avvenuto”.

Lo afferma il presidente della sezione Turismo di Unione Industriali Napoli, Giancarlo Carriero. “Ci hanno convocato per farci prendere atto di una scelta unilaterale, ospiti costretti a subire un aumento mentre la concorrenza tra città e territori si fa sempre più agguerrita – dice Agostino Ingenito, presidente Abbac – I nostri gestori ora sono in imbarazzo a dover comunicare l’aumento ai turisti mentre mancano servizi, decoro e sicurezza e nulla si sa dell’utilizzo di quei fondi raccolti dai nostri operatori e versati nelle casse del Comune“.