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Koulibaly: “Stasera? La partita della storia. Sognavo un futuro in banca, però…”

Kalidou Koulibaly, o meglio il K2 partenopeo, è uno dei giocatori che tutto il mondo invidia al Napoli. Un difensore poliedrico e versatile, muro di cinta quando c’è da bloccare l’attaccante avversario ma anche formidabile centravanti, quando c’è da mettere soprattutto la testa su palloni irraggiungibili per i comuni mortali. Il difensore azzurro ormai da 5 anni a Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere del Mezzogiorno, sottolineando soprattutto la sua gioia nel vivere nella città di Napoli, tanto vicina a quella che è stata la sua terra natia: “E’ una città aperta e tollerante, come la mia Africa”.

Eppure nonostante viva in una bellissima villa che affaccia sul mare, Kalidou sa che la Napoli bella non è solo quella di èlite, ma Napoli è bella anche in quello che è il sul ventre, quello che fa paura a chi non lo conosce, ma che incanta chi invece riesce ad andare oltre: “Io amo i Quartieri Spagnoli e la Sanità, dove c’è casino per strada dove tutto è più vero, dove c’è l’essenza del popolo, ma anche dove a volte vedo molto disagio”.

Quel disagio e quella povertà che come in tutte le città, anche a Napoli esiste. Per questo motivo Koulibaly è sempre pronto a porgere una mano ai più bisognosi: “Sono sempre disponibile verso chi ha bisogno ma sono cose private che hanno valore proprio perché restano personali”. 

Insomma un campione, un uomo e un padre dal cuore nobile, che non ha mai utilizzato la sua immensità generosità per avere pubblicità o notorietà. Lui che conosce tutti i ragazzi ai semafori, spesso immigrati, che cercano di guadagnare pochi spiccioli per mangiare e che Koulibaly è sempre pronto ad aiutare con regali di vario genere.

Eppure questo campione non si sentiva un predestinato del calcio: Andavo bene in matematica, con i numeri ero a mio agio, sognavo un futuro in banca o nel campo delle assicurazioni. Ho terminato il liceo, stavo per iscrivermi all’ Università quando mi ha chiamato il Metz. Volevo anche rinunciare, poi però diventare calciatore era un’altra delle sfide da vincere e ho cominciato così”. Ma guai a dirgli che è un campione indiscusso o un top-player, per il gigante partenopeo questo discorso si aprirà solo “quando vincerò veramente qualcosa, per il momento non ho vinto ancora niente”.

E staserà i ragazzi di Ancelotti avranno una dura sfida da affrontare, cercare di ribaltare il risultato sfavorevole contro l’Arsenal e tentare al San Paolo la rimonta per continuare il cammino Champions: “Vogliamo passare il turno, è la partita della storia e ci crediamo con tutte le nostre forze. Siamo concentrati, ma abbiamo bisogno che la città ci venga dietro. Tutti insieme per continuare il nostro percorso”.

Infine, nonostante i vari chiacchiericci che lo vedono presto lontano da Napoli lui risponde: “Voglio fare felice la gente di Napoli, che mi ha dato tanto, mi ha accolto come uno di famiglia. Voglio ricambiare, e il modo migliore è vincere qualcosa. Speriamo accada adesso, altrimenti ci proveremo il prossimo anno”.