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Esporre l’acqua destinata alla vendita al sole è reato: lo decide la Cassazione

Dal 28 agosto 2018 è reato esporre per un lasso di tempo significato al sole le confezioni di acqua destinate alla vendita. La decisione è stata presa dai Giudici della Terza Sezione della Corte di Cassazione con la sentenza n.30037.  Tra i reati appare, oltre al suddetto sull’esposizione solare dell’acqua indirizzata al commercio, anche il reato di detenzione in cattivo stato di conservazione di alimenti. Coloro che non seguiranno la legge, infatti, sono puniti dall’art. 5 della legge n. 283 del 1962.

Il provvedimento preso dalla Corte di Cassazione è la conseguenza di un procedimento penale del Tribunale di Messina che imputava il titolare di un esercizio, detentore di confezioni d’acqua per la vendita esposti ai raggi solari. La condanna era 1.500,00 Euro di ammenda. Ma, la difesa del titolare, sostenne che l’acqua era nel piazzale antistante il deposito, solo per il tempo necessario a riportare il tutto nel magazzino, situato in una posizione differente del punto vendita dell’imputato. Infatti, la difesa sosteneva anche che le confezioni d’acqua non erano in cattivo stato di conservazione, ma esposte al sole solo durante lo scarico merci. Nessuno dimostrò che l’acqua era rimasta esposta al sole per un periodo di tempo consistente e non c’erano tracce di deterioramento sulle confezioni.

Altresì, i giudici della Corte misero in risalto che il suddetto fatto è un reato che aumenta il rischio per la salute umana. I giudici hanno sostenuto che “il reato di detenzione per la vendita di sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione è configurabile quando si accerti che le concrete modalità della condotta siano idonee a determinare il pericolo di un danno o deterioramento dell’alimento, senza che rilevi a tal fine la produzione di un danno alla salute, attesa la sua natura di reato a tutela del c.d. ordine alimentare, volto ad assicurare che il prodotto giunga al consumo con le garanzie igieniche imposte dalla sua natura”.

I giudici della Terza Sezione sostennero, durante il processo, che le confezioni di acqua minerale erano ammassate alla rinfusa fuori dal deposito. L’acqua era al sole in pieno giorno e nel periodo estivo. Il Tribunale di Messina, infatti, rigettò il ricorso dell’imputato, detenendo che abbia commesso un grave reato, nocivo per la vita umana.