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Cartomanti e truffe sui social. Un lavoro da 12 centesimi al minuto!

Negli anni ’90 bastava prendere il telecomando, fare zapping tra i canali locali e con estrema facilità ci si imbatteva in personaggi strani, talvolta eccentrici, dalla dialettica semplice e diretta. Alcuni godevano addirittura di un nome d’arte, altri più semplicemente entravano nelle case degli italiani con il nome di battesimo. Stiamo parlando dei cartomanti, coloro che per definizione sono in grado di predire il futuro di una persona attraverso la consultazione delle carte. Tarocchi o semplici carte napoletane, poco importa. Ricevevano telefonate a fiumi, da persone con l’estremo bisogno di aggrapparsi ad una speranza d’amore oppure in preda al panico per la perdita del lavoro, chiedevano un consulto immediato in cerca di rassicurazione.

Col tempo questi personaggi sono quasi spariti dal tubo catodico. La stoccata decisiva che mise fine al fenomeno fu nel 2002 l’arresto di Vanna Marchi accusata di aver messo in piedi una associazione a delinquere finalizzata alla truffa per un giro d’affari complessivo di circa 32 milioni di euro.

Ma se pensate che il fatto si sia completamente estinto vi state sbagliando di grosso. Cambiano i tempi e gli strumenti. E così l’avvento della rivoluzione telematica e la nascita dei social ha favorito lo sviluppo di nuovi metodi in grado di macinare una economia davvero molto ricca.

Secondo una ricerca del Codacons nel 2017 sono circa 13 milioni gli italiani che hanno consultato i cartomanti. 3 milioni in più rispetto al 2001, con un giro d’affari che nel 2016 ha toccato l’incredibile vetta di 8 miliardi di euro.

La nuova frontiera della cartomanzia sta riuscendo ad occupare lo spazio virtuale di internet e dei social. Al bando le tv, si sono organizzati con pagine facebook, dirette sui social e siti internet con centri in stile call center attivi 24 ore su 24.

COME FUNZIONANO 

Il business che va per la maggiore è quello del centro. Il gancio è rappresentato dal sito internet. E’ necessario chiamare ad un numero a pagamento. Dall’ 899 sia da telefono fisso che da mobile. Oppure con un numero urbano funzionante dopo una transazione economica avvenuta con carte di credito, postepay o paypal.

A rispondere sarà un presunto maestro dell’occulto che guadagnerà in media 12 centesimi lordi al minuto. Una telefonata costa, invece, all’utente 50 centesimi ogni 60 secondi. Nella maggior parte dei casi si tratta di operatori che potrebbero non aver mai aperto un mazzo di carte. Su facebook si sprecano gli annunci di lavoro, basta mandare una mail e se si accettano le condizioni economiche si è pronti a sentenziare sul futuro del disperato di turno.

LA LEGGE

Non esiste in Italia una legge specifica che ponga il divieto di esercitare il mestiere di cartomanti, astrologo, veggente, grafologo, occultista, chiromante, ecc. In linea di massima viene considerato alla stregua di un libero professionista. Ma sono sanzionabili le modalità con le quali la “professione” viene usata. La forte attenzione sui cosiddetti maghi trovò la massima espressione agli albori degli anni 2000. Per questo motivo anche gli editori delle reti locali si sono ben guardati dall’ospitare presunti conoscitori del settore. E gli stessi protagonisti hanno cominciato ad eliminare dal loro vocabolario parole come “fattura, legamenti, rituali, ecc”.

Perché è proprio nell’esercizio di tali attività che il cartomante è perseguibile dalla legge. Il mago può definirsi un ciarlatano se si attribuisce poteri soprannaturali a scopo di lucro. In tal caso è colpevole di illecito amministrativo. Ci sono poi dei casi più gravi che sconfinano nel penale. Ad esempio il “maestro” può incorrere nella truffa aggravata quando facendo leva sulle sue presunte capacità predittive si spacci per guaritore, esorcista o capace di compiere pratiche magiche. Può macchiarsi nell’esercizio di tali attività anche del reato di estorsione quando prospetta al suo cliente l’inevitabilità del male che gli sta per capitare, con conseguente richiesta di denaro come unico modo per potersene sottrarre.

Per tutti questi motivi, molti cartomanti che prima lavoravano con dei semplici numeri urbani per poi prendere appuntamenti in studi privati, sono passati ai numeri a pagamento. Praticando una semplice lettura delle carte senza richiesta di denaro li mette nelle condizioni di guadagnare senza incorrere in guai giudiziari.

Ma nella giungla sei social oltre alla possibilità di telefonare alla casalinga di turno che si spaccia per veggente semplicemente per sbarcare il lunario, si rintracciano pratiche che se poste in essere sono perseguibili penalmente. Alcuni senza alcun imbarazzo parlano esplicitamente di legamenti d’amore, lasciando numeri di telefono per essere contattati. Siamo di fronte ad un tentativo di truffa. Perché qualora venisse portata a compimento una pratica del genere, il contratto anche verbale tra il mestierante e il cliente credulone sarebbe nullo. A stabilirlo è stata una sentenza della Corte d’Appello di Genova che riguardo alla cattiva riuscita di un filtro d’amore stabilì che l’oggetto della prestazione è impossibile non dipendendo dalle capacità professionali del mago o da elementi che possono essere sotto il suo dominio.