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Conte: “Non godo a limitare gli spostamenti ma nuovo rischio contagio alto. Pronti a chiudere i rubinetti localmente”

Il rischio di un nuovo contagio è ancora alto per questo il premier Giuseppe Conte mantiene alta la guardia. Dopo essere stato a Milano e a Genova per il varo del nuovo ponte, il presidente del Consiglio ha visitato la città di Lodi per la sua prima uscita pubblica. Qui c’è stato il primo presidio ospedaliero in Italia che si è imbattuto nella lotta al coronavirus. Il premier ha risposto alle tante domande dei giornalisti.

“Sin dal primo momento, fin da quando abbiamo preso rapidamente la decisione della zona Rossa nel Lodigiano, era una grande sfida perché non era mai accaduto dal dopoguerra ad oggi. Eravamo consapevoli che avremo poi dovuto sopperire a tante necessità e urgenze anche dal punto di vista economico e sociale. L’ho ripetuto più volte, è un imperativo morale venire incontro a questa esigenza perché non possiamo mettere in zona rossa una comunità di 45mila abitanti e poi disinteressarci delle conseguenze sul piano economico e sociale. Abbiamo già adottato con il decreto del 2 marzo un impegno economico e finanziario cospicuo di quasi un miliardo, poi il decreto cura italia, e adesso 55 miliardi”. 

Il premier poi parla degli aiuti economici che sono arrivati e che arriveranno per gli italiani facendo un appello alle banche:

“Non risolveremo tutti i problemi, bisogna dirlo ai cittadini, perché le sofferenze sono tali e così diffuse che è difficile rispondere a tutte le richieste, ma sicuramente cercheremo di intervenire in modo serio, incisivo per la gran parte delle fasce sociali e delle categorie che sono in difficoltà. Dai lavoratori che vanno in cassa integrazione a quelli autonomi, ai professionisti. Dobbiamo intervenire per le colf e badanti, per le fasce sociali che non sono state comprese per il reddito di cittadinanza. Bisogna dare sostegno alle famiglie che sono in sofferenza e le cito per ultime ma saranno un pilastro di questo intervento, alle imprese. Noi stiamo monitorando le risposte del mondo bancario, chiedo uno sforzo, di erogare alle imprese liquidità. Abbiamo disposto tutto affinché vengano erogati questi finanziamenti in modo legittimo e corretto. Abbiamo offerto una cospicua garanzia dello Stato, liberate queste risorse. Faccio un appello alle banche, è un atto d’amore”.

Sulle aperture della ‘fase 2’:

“Abbiamo seguito fino a qui un metodo, un programma molto chiaro, abbiamo preso delle decisioni con coraggio e responsabilità. Non possiamo permetterci adesso di procedere con avventatezza e improvvisazione per questo il lavoro degli esperti è stato prezioso per elaborare un programma ragionato e molto articolato. Stiamo procedendo in base a questo programma, ed è la ragione per cui molti cittadini saranno rimasti delusi. Mi dispiace tanto ma vi assicuro che abbiamo come sempre l’obiettivo prioritario di tutelare la salute di tutti voi. Non possiamo da una settimana all’altra cambiare obbiettivo, dismetterlo e accantonarlo. Lo dobbiamo per rispetto ai morti, ai nostri famigliari, e per rispetto a noi stessi. Siamo ancora tutti bisognosi di essere protetti.

Abbiamo visto in altri paesi quasi rischi si affrontano cambiando strategia. Noi stiamo già affrontando un rischio, guardate che dal 4 maggio, 4,5 milioni di lavoratori e forse questo messaggio non è passato, torneranno a lavorare. Prenderanno mezzi pubblici e attenzione anche al mezzo privato. Creeremo più occasioni di contagio e questa è la ragione per cui le scuole devono rimanere chiuse ed è per questo che non abbiamo potuto allentare le misure nelle relazioni di comunità, negli scambi sociali. Abbiamo fatto qualche passettino in avanti, per qualcuno non è sufficiente ma non possiamo fare di più. Affrontiamo un rischio ma con questo programma è un rischio calcolato. Il documento dell’ISS è la base delle nostre riflessioni. Le decisioni politiche sono tutte nostre e le confermiamo. Non dobbiamo metterci nella condizione di far ripartire la curva del contagio da un momento all’altro e avere la situazioni fuori controllo. Sarebbe peggio, ci sarebbe un danno gravissimo, e anche il senso di una beffa dopo tutti i sacrifici fatti.

Se la situazione rimarrà sotto controllo continueremo a fare piccoli passi significativi, io sono il primo che vorrebbe allentare tutte le misure, non godo affatto di avere il Paese limitato, però per adesso dobbiamo ancora procedere così. Il rischio di una nuova esplosione dei focolai è molto concreto. Per questo abbiamo pensato al metodo dei rubinetti, chiudiamo il rubinetto. Dobbiamo essere pronti ad avere il controllo dei dati per questo i presidenti della regione devono aggiornarci giornalmente. Dobbiamo calcolare il numero di contagi, in base alla densità dei contagi per la popolazione, il numero di terapie intensive libere e possiamo agire in modo mirato, circoscritto territorialmente, e chiudere il rubinetto. La strategia sanitaria della fase due prevede un approccio più scientifico per i tracciamenti dei contatti, come l’app che non possiamo rendere obbligatoria per le leggi sulla privacy”.