Non si placano le polemiche suscitate dalle fumarole anomale emerse nel pozzo del cantiere del ‘Progetto GEOGRID’ nella zona di Agnano. Dopo circa un mese dalla prima attività, la V sezione della Procura di Napoli (coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Amato) ha deciso di aprire un’indagine.
Al momento l’inchiesta non prevede ipotesi di reato e non contempla, al momento, indagati. I residenti sono preoccupati che l’attività di perforazione effettuata in quella zona sismica causi dei rischi, timore alimentato dall’ingente quantità di vapori, gas e fumi che si stanno sprigionando dopo le perforazioni.
Gli inquirenti, come riportato dall’Ansa, avrebbero l’intenzione di delegare le indagini al personale dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania e ai funzionari dell’Osservatorio Vesuviano (tra i partner del progetto di ricerca). Ma il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Francesca Bianco, esprime delle perplessità:
“Dato l’attuale livello di allerta dell’area flegrea, le perforazioni non sono opportune e comunque dovrebbero essere precedute da un’attività di educazione della popolazione”.
Nessun allarmismo comunque. Come si può infatti leggere dall’ultimo bollettino del 7 luglio pubblicato sul sito dell’Osservatorio Vesuviano, nell’area dei Campi Flegrei sono stati registrati 14 terremoti di bassa energia con magnitudo inferiore a 1. Per quanto riguarda le fumarole anomale:
“L’emissione continua ad essere costituita dalla miscela di due componenti: il primo con composizione simile ai fluidi idrotermali emessi dalle fumarole della Solfatara- Pisciarelli, il secondo caratterizzato da una fase liquida ricca in gas atmosferici e con un’elevata salinità. La frazione nella miscela di quest’ultima fase risulta notevolmente aumentata rispetto a quanto osservato il 13/06/2020, così come l’intensità e la frequenza della sua emissione dal foro. Per la prima volta dopo l’inizio della perforazione, è stata riscontrata la presenza di acqua liquida ad una profondità di circa 46 m dal boccapozzo. In considerazione: della ben nota alterazione idrotermale dei suoli su cui insiste la perforazione; del perdurare dell’emissione incontrollata che non si può escludere possa portare all’estensione dell’area interessata; della risalita del livello dell’acqua nel pozzo con la rapida oscillazione del livello piezometrico nell’ordine di metri; della manifesta emissione periodica a “pioggia” della fase liquida dal pozzo; dell’incremento della Temperatura di equilibrio, allo stato attuale delle conoscenze non è possibile escludere ulteriori risalite della fase liquida nel foro e un incremento della sua emissione. È pertanto fortemente suggerito, in osservanza al principio di precauzione, un rapido intervento per la chiusura mineraria del pozzo”.