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Covid, contagio possibile a 6 metri di distanza in un luogo chiuso: lo studio

Il metodo di trasmissione principale del coronavirus, come ben sappiamo, sono i cosiddetti droplet: le goccioline di saliva che viaggiano da persona a persona. Uno studio coreano, tuttavia, ha evidenziato i rischi della trasmissione aerea e compiuto una scoperta sorprendente: il contagio da covid-19 può avvenire anche a 6 metri di distanza, in presenza di un flusso d’aria e in un luogo chiuso.

La ricerca, condotta da un team di scienziati dell’Università di Jeonbuk, è stata pubblicata sul “Korean Journal of Medical Sciences”. Lo studio è partito dal fatto che il 17 giugno scorso si è verificata una nuova ondata di contagi nella Corea del Sud, dovuta proprio alla trasmissione dei droplet anche a una distanza maggiore di 2 metri.

Il tutto, spiegano i ricercatori, è partito da una giovane visitatrice giunta nella città di Jeonju (provincia di Jeobunk) il 12 giugno. Grazie a un sofisticato sistema di tracciamento, è stato possibile rilevare che la ragazza si era fermata in un ristorante ed era stata in contatto con una venditrice porta a porta, che è stata a sua volta infettata.

In questo caso però cambia la nostra definizione di “contatto”. Grazie alle immagini delle telecamere a circuito chiuso, è stato possibile rilevare quanto segue: le due donne erano sedute a 6.5 metri di distanza, e non si sono mai parlate a distanza ravvicinata. Per di più, la venditrice è stata nel locale solo per 5 minuti: tuttavia, il giorno 16 giugno, la donna ha cominciato ad accusare i primi sintomi dell’infezione da coronavirus.

L’aspetto che ha fatto insospettire gli scienziati è che nella città di Jeonju non si registrava alcun caso di covid da due settimane. Questo significa che il contagio da covid-19 poteva essere avvenuto solo all’interno del ristorante, e precisamente a causa del flusso di aria proveniente dal condizionatore. Ciò è stato possibile anche perché il ristorante, situato al piano terra, era sprovvisto di finestre.