Lucia Caiazza morì il 14 maggio 2020 all’ospedale di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, dove era giunta con forti dolori addominali. Inizialmente il decesso venne messo in relazione a un incidente stradale, avvenuto l’11 aprile dello stesso anno mentre era in auto con la sorella.
Il medico di base, al quale la donna si era rivolta inizialmente a causa dei dolori, sospettò che si trattasse di calcoli renali. Tuttavia, anche alla luce dell’esame autoptico, emerse che il decesso fosse riconducibile alla lacerazione traumatica della milza.
Per gli inquirenti a provocare quel trauma sarebbero stati i calci sferrati dal compagno 47enne di Lucia, che è stato quindi arrestato il 15 ottobre scorso con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Anche i familiari della donna non vedevano di buon occhio l’uomo.
Stando al racconto della sorella e delle figlie di Lucia Caiazza, ascoltato in tribunale questa mattina, da un po’ di tempo la donna non era più la stessa persona. Le familiari parlano di lei come di una persona triste, che aveva perso la sua voglia di vivere.
Le figlie, a loro volta, hanno rivelato dei particolari inquietanti. Stando alla loro testimonianza, spesso la mamma presentava dei lividi sul corpo, che lei attribuiva ad incidenti casalinghi. Una volta, ha raccontato una delle ragazze, Lucia dovette sottoporsi anche a una siringa di antidolorifico. La prossima udienza del processo è stata fissata per il 30 marzo.