La crescita dei casi, conseguenza delle riaperture, ha portato il presidente francese Macron a limitare l’accesso in ristoranti e teatri solo a coloro che hanno il Green pass, la carta che testimonia l’avvenuta vaccinazione. “Dopo i tanti disastri causati dalla pandemia è giusto essere allertati e mettere in conto, purtroppo, altri morti. Però il Regno Unito è un modello che ispira ottimismo.” – afferma Le Foche, aggiungendo infatti che “i contagi aumentano, gli ospedali però non si riempiono”. Una situazione che proverebbe che la presenza dei vaccini sta facendo la differenza.
“Sono riusciti a far giocare una finale a stadio pieno a Wembley in sicurezza e mi riferisco solo a quanto è successo all’interno dello stadio dove sono entrati solo gli immunizzati. L’esempio negativo è invece il Giappone.” In Giappone, infatti, appena il 15% della popolazione è vaccinata. Con l’inizio delle prossime Olimpiadi, che si svolgeranno a Tokyo, la deciso di svolgere l’evento a porte chiuse sembra essere quella più giusta ed opportuna per l’immunologo della Sapienza. “Molto attenti a distanziamento e mascherina ma il rispetto delle regole individuali non basta. Senza i vaccini non si va da nessuna parte. L’uscita dalla pandemia è la combinazione di questi due fattori.”
In Italia, invece, nonostante le vaccinazioni procedono al ritmo di 500 mila dosi al giorno, le somministrazioni sono il 10% del totale. Un segnale, secondo Le Foche, sintomo che “permane un atteggiamento di incomprensibile ritrosia che si ritrova in tutte le fasce socio-culturali. Alla base c’è l’assenza di sensibilità verso la medicina della prevenzione. Sono tutti pronti a curarsi in modo improprio con antibiotici e anti-infiammatori anche quando non c’è bisogno e poi rifiutano l’inoculazione di sostanze che salvano la vita”- spiega l’immunologo clinico. “Per fortuna alcuni riusciamo a convincerli. In altri prevale senza motivo l’idea che dietro i vaccini ci siano complotti.”
Da aspettarsi, quasi indiscutibilmente, numeri più alti dei contagi a seguito dei festeggiamenti nelle piazze per la recente vittoria della Nazionale italiana. “Conforta il fatto che i giovani, la fascia più colpita nell’attuale fase dell’epidemia, molto raramente vengono colpiti da forme gravi. È stato bellissimo vedere esultare i tifosi, è un incoraggiante segnale di ripresa, un volano per l’economia.” spiega Le Foche, ricordando anche la partita tra Atalanta e Valencia (ottavo di finale di Champions il 19 febbraio a San Siro dell’anno scorso). “In un certo senso ha chiuso il calcio nel 2020 perché fu l’epicentro di numerosi focolai di Sars-CoV-2. I campionati europei l’hanno riaperto.”
L’immunologo conclude l’intervista ritenendo che “il clima estivo, unito alle vaccinazioni, dovrebbero sfavorire una nuova ondata.” “L’unica preoccupazione è riaprire le scuole a settembre in sicurezza immunizzando gli adolescenti e il personale scolastico al completo.”