In Italia è Genova la città prescelta. Per il momento sono 150 i volontari che si sono presentati e che riceveranno un indennizzo per la loro partecipazione fino a 171 euro. Come spiegato da ‘La Repubblica‘:
“Chi accetta può scaricare una App attraverso la quale un ente terzo (non il committente) che si occupa della raccolta dei dati, chiederà ai partecipanti informazioni sullo stato di salute o raccoglierà direttamente segnalazioni dei singoli. Ogni volontario, inoltre, viene rimborsato (10-15 euro) ogni volta che compila un questionario e chi parteciperà all’intero progetto riceverà, complessivamente, 171 euro“.
Il referente italiano del Progetto è il professor Giancarlo Icardi, direttore del dipartimento di Igiene all’ospedale policlinico San Martino e professore all’Università di Genova:
“Si tratta di uno studio molto importante perché è di tipo osservazionale ed è coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, approvato dal comitato etico nazionale, che ha sede presso lo Spallanzani, sia dal nostro comitato etico regionale. A differenza della sorveglianza passiva, già attivata, questo studio consiste in una sorveglianza attiva, in cui il soggetto viene interrogato sistematicamente con domande specifiche e viene invitato anche a segnalare qualsiasi evento che nota, sia quelli che sono gli effetti collaterali prevedibili, già riportati nella scheda tecnica del vaccino, sia qualsiasi altro sintomo. I partecipanti sono particolarmente accuditi, hanno a disposizione un numero verde, con una sorveglianza sanitaria, cui rivolgersi in qualsiasi momento“.
Domande infatti verranno poste sia dopo la somministrazione delle due dosi che quelle booster.