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Cosa accade al nostro cervello quando beviamo caffè: tutti i benefici

Un caffè non si nega a nessuno. Che sia da prendere al bar con amici o come un momento di pausa da lavoro, in tantissimi non possono fare a meno di questo rito. A Napoli poi esiste quello sospeso che si regala a chi non può permettersi di sorseggiare neanche una tazzina. E nel mondo è stata anche creata una Giornata ad hoc per osannarlo.

I BENEFICI DEL CAFFE’: COSA SUCCEDE AL NOSTRO CERVELLO QUANDO LO BEVIAMO

Ma cosa succede al nostro cervello quando beviamo caffè? A pare l’euforia e il piacere di bere questa bevanda calda, Mattia Farris, studente in biologia cellulare e molecolare presso l’Università degli Studi di Cagliari e fondatore della pagina Twitter di divulgazione scientifica @pills_ofscience, ha deciso di rispondere a questa domanda. È il virologo Roberto Burioni a raccogliere la sua testimonianza e a spiegare le connessioni tra il caffè e il sistema nervoso centrale:

Il caffè è una importante fonte di caffeina, una molecola che presenta una struttura chimica simile a quella dell’adenosina. Quando siamo svegli, l’adenosina si accumula lentamente nel cervello legandosi ai recettori che rallentano l’attività mentale. Il risultato? Maggiore è la quantità di adenosina e maggiore è la sensazione di stanchezza. La caffeina derivante dall’assunzione del caffè si dissolve e diffonde nel circolo sanguigno e, una volta nel cervello, si lega ai recettori che di norma legano l’adenosina agendo come un freno all’impulso a dormire. Il caffè è una bevanda che offre numerosi benefici: il suo consumo è stato associato a una riduzione dell’insorgenza di malattie cardiovascolari, riduzione della probabilità di sviluppare la malattia di Parkinson, riduzione del rischio di insorgenza di diabete di tipo 2 e aiuto nella prevenzione del melanoma. Il consumo della bevanda, come sancito anche dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), non è legato a un maggior rischio di ammalarsi o morire a causa di un tumore. A livello del sistema nervoso centrale, inoltre, la caffeina ha anche una funzione analgesica, di cui tenere conto come elemento di supporto quando si assumono antidolorifici“.

LO STUDIO

E ancora lo studente mostra i risultati di uno studio:

Uno studio, condotto dalla School of Medicine della University of Minho (Portogallo) e pubblicato su Molecular Psychiatry, ha analizzato gli effetti che un suo consumo moderato può causare sulle connessioni cerebrali. Il team di scienziati, grazie all’utilizzo della risonanza magnetica funzionale (fMRI), hanno confrontato le connessioni e la struttura cerebrale di 31 consumatori abituali di caffè e di 24 persone che non lo bevono, in tre diverse situazioni: mentre erano a riposo senza aver assunto caffeina, durante l’esecuzione di un compito mentale e subito dopo aver sorseggiato una tazza di caffè. I risultati hanno evidenziato come alcune aree cerebrali risultassero più efficienti nei bevitori di caffè, come ci fosse un miglioramento del controllo del movimento, della memoria e della capacità di apprendimento, oltre che maggiore prontezza e concentrazione. Il fatto curioso è che medesimi benefici sono stati riscontrati anche in chi non beve regolarmente caffè subito dopo aver assunto tale bevanda. Quest’ultimo caso potrebbe essere un segno che gli effetti a livello cerebrale di questa bevanda si manifestano rapidamente, anche se per un tempo minore rispetto alle persone che lo consumano quotidianamente“.

Importante è comunque non abusarne, le dosi consigliate sono infatti di 400 mg di caffeina al giorno per gli adulti in salute e i 200 mg per le donne in gravidanza. Il rischio è avere effetti collaterali come insonnia, nervosismo e nausea.