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La Mucca Pazza è tornata in Italia, 288 pecore malate: cos’è e perché non serve allarmarsi

Si torna a parlare di “Mucca Pazza” in Italia, il morbo appartenente al gruppo delle encefalopatie spongiformi trasmissibili, riscontrato fra le pecore di due allevamenti ovini in provincia di Viterbo.

Mucca Pazza delle Pecore in Italia: cos’è e casi registrati

Diversi casi di scrapie, un’encefalopatia spongiforme nota con il nome di “Mucca Pazza delle Pecore”, sarebbero stati riscontrati nelle due aziende agricole in questione. A seguito dei controlli dell’Asl, stando a quanto rende noto Il Corriere, sarebbero stati abbattuti 207 capi infetti in un’azienda di Civita Castellana e 81 in un allevamento di Castel Sant’Elia.

Si tratterebbe di un morbo che, dopo aver attaccato il sistema nervoso centrale degli animali, li avrebbe inevitabilmente condotti alla morte. Nessun pericolo, dunque, per la salute della popolazione in quanto al momento non è stata dimostrata alcuna trasmissibilità della patologia all’uomo. A ciò si aggiunge il fatto che, come già sottolineato, gli animali sono stati abbattuti come da prassi, in cambio di un risarcimento per le aziende.

“L’encefalopatia spongiforme bovina, detta anche Morbo della Mucca Pazza, è tornata in Italia in allevamenti di pecore nella zona di Viterbo. Questa notizia ci riporta indietro negli anni ’80, quando esplose un’epidemia di Mucca Pazza in Europa, a partire dalla Gran Bretagna, e poi diffusa in gran parte di Europa, Italia compresa” – ha commentato, via social, l’infettivologo Marzio Sisti.

La scrapie è una encefalopatia spongiforme trasmissibile, simile alla encefalopatia spongiforme bovina o mucca pazza (di qui il nome “mucca pazza delle pecore”), che colpisce pecore e capre. Come le altre encefalopatie spongiformi, è causata da un prione che colpisce l’animale a livello del sistema nervoso, causando una malattia a carattere degenerativo progressivo che ne determina la morte.

Al momento non è stata dimostrata alcun tipo di trasmissibilità della malattia dall’animale all’uomo. Tra gli animali, invece, si suppone che il contagio avvenga per via orale e la fonte principale sarebbe rappresentata dalle placente e dagli ambienti contaminati (generalmente i pascoli dove le pecore hanno partorito). La trasmissione può avvenire sia per via orizzontale (ed avviene principalmente durante i parti), sia per via materna.

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione. Amo scrivere della mia città e dell'eccellenza che la connota da sempre