Il Grand Hotel La Sonrisa, meglio conosciuto come Castello delle Cerimonie, non chiuderà nell’immediato, come inizialmente previsto dal provvedimento di revoca delle licenze: il Consiglio di Stato ha, infatti, accolto il ricorso della famiglia Polese, consentendo loro di proseguire l’attività alberghiera e ristorativa almeno fino a giugno.
Il celebre Castello continua, dunque, a mantenersi in vita tra proroghe e rimandi che, già da qualche mese, stanno evitando la chiusura definitiva del complesso. Di recente era stato notificato il provvedimento di revoca delle licenze per la ristorazione e per l’albergo in vista della completa acquisizione del bene a patrimonio comunale.
I Polese avrebbero presentato ricorso dapprima dinanzi al Tar che, dopo aver rigettato l’istanza, aveva prorogato di altri 30 giorni la fine dell’attività (arrivando al 13 febbraio). Il passo successivo è stato quello di rivolgersi al Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso rimandando il futuro del Castello al 5 giugno prossimo, quando ci sarà un’altra sentenza del Tar.
Fino a quella data le cerimonie e gli eventi in programma continueranno a tenersi senza alcun vincolo. Dopodiché, salvo ulteriori proroghe, in futuro l’area occupata dal Castello, acquisita dal Comune, potrebbe dare spazio ad altre tipologie di attività.
Era stata la sindaca Ilaria Abagnale ad anticipare le possibili alternative sul futuro dell’area sgomberata: “Sono al vaglio le ipotesi di abbattimento, rigenerazione urbana ad indirizzo sociale o l’opportunità di una gestione esterna con interesse pubblico”.
Dunque il Castello potrebbe essere demolito o trasformato in una struttura utile alla collettività (come un asilo o un centro sociale). L’alternativa è mantenere la sua natura ricettiva ma senza i Polese: ipotesi che non sembra andare giù nemmeno ai lavoratori che intendono proseguire il loro impegno nel ricordo di don Antonio.