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Emergenza Vesuvio, incontro con Musumeci: in caso di eruzione i napoletani non saranno deportati al Nord

L’attenzione mediatica e delle istituzioni attualmente è tutta concentrata, e non potrebbe essere altrimenti vista la crisi in atto, sui Campi Flegrei. Sul nostro territorio vi è però un altro gigante, il Vesuvio, che attualmente dorme sereno, ma è bene e doveroso lavorare d’anticipo e predisporre ogni dettaglio dei piani di emergenza in caso di necessità.

Una delle tematiche è costituita sicuramente dalle destinazioni previste per la popolazione da evacuare. Ad ora, il piano generale prevede lo smistamento nelle diverse regioni italiane, cosa che però comporterebbe di fatto una consistente perdita di popolazione per la Campania ed il contestuale pericolo della perdita di un patrimonio culturale, di tradizioni, usanze e costumi. È stata perciò presentata al ministro Musumeci una proposta che preveda la ripopolazione delle aree interne.

La proposta di riforma del piano di emergenza sul rischio Vesuvio

La proposta e l’incontro sono stati voluti dall’onorevole Alessandro Caramiello, presidente dell’intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole Minori”. In una nota il deputato spiega:

“La forte sismicità che sta interessando sempre più la Campania, ed in particolare l’area vesuviana, impone una forte sinergia tra Governo, Parlamento, Protezione Civile, Ordini professionali ed esperti del settore. Per questo motivo sono stato ricevuto assieme ad una delegazione dell’intergruppo “Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole Minori”, che ho l’onore di presiedere (in particolare l’avvocato Pierluigi Aliperta e l’architetto Aniello Tirelli), dal Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, con l’obiettivo di affrontare un tema che ha visto l’elaborazione, da parte nostra, in sinergia con la fondazione Convivenza Vesuvio, di un aggiornamento normativo rispetto al Piano di evacuazione previsto dalla legislazione vigente”.

“In sostanza, come abbiamo illustrato al Ministro, la nostra proposta prevede un ripopolamento delle aree interne della Campania e delle regioni limitrofe, in caso di eruzione del Vesuvio, e non un drenaggio incontrollato verso le regioni settentrionali. Inoltre, abbiamo riferito che ad oggi esiste un surplus abitativo di circa 165mila alloggi disponibili nelle sole zone interne campane, pronte ad ospitare i vesuviani. Temi, questi, che abbiamo già affrontato con numerosi sindaci vesuviani, coi quali abbiamo già siglato dei protocolli di intesa”.

“Il Ministro ha accolto positivamente il nostro progetto, riferendo che a stretto giro intende convocare un tavolo tecnico ad hoc che coinvolgerà la struttura ministeriale, la Protezione civile, e una task force di tecnici ed esperti dell’intergruppo Sviluppo Sud, proprio con l’obiettivo di approfondire dettagliatamente e valutare degli aggiornamenti ai piani attuali, con l’obiettivo di rafforzare la risposta dello Stato rispetto ad una malaugurata eruzione”.

“Le parole chiave sono: prevenzione, pianificazione e programmazione, ma anche anche ‘informazione’: motivo per cui abbiamo condiviso l’opportunità di rafforzare la conoscenza del fenomeno sin dai banchi di scuola. L’interlocuzione è stata molto proficua e ho visto il Ministro sinceramente colpito, in senso positivo, dal nostro progetto. Dunque l’auspicio è quello di trasformare realmente questa emergenza in un’opportunità di sviluppo delle aree depresse”.

L’appoggio di Musumeci: “Proposta interessante”

Il ministro Musumeci ha così commentato l’incontro: “Ho ricevuto stamane una delegazione guidata dall’on. Alessandro Caramiello, presidente dell’Intergruppo Sviluppo Sud, Aree fragili e Isole minori. Mi è stata rappresentata la opportunità di un aggiornamento della normativa che disciplina i Piani di evacuazione dei rischi vulcanici, con particolare riferimento all’area del Vesuvio. Ho trovato interessante la proposta dell’Intergruppo parlamentare ed ho assicurato la istituzione a Roma di un tavolo tecnico di confronto con il nostro Dipartimento di Protezione civile. Lavorare per la prevenzione, di fronte ai sempre più ricorrenti rischi naturali, è ormai un impegno che deve vedere coinvolti tutti, classi dirigenti e cittadini”.