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Altro che Gomorra, dallo scudetto al turismo e alla medicina: ora tutti si inchinano a Napoli

La grande festa esplosa sul lungomare Caracciolo, nel pomeriggio di oggi, è solo l’ennesima conferma del raggiungimento di un traguardo, da parte della città di Napoli, che va ben oltre il mero ambito calcistico: il quarto scudetto è una piccola parte di quel senso di rivincita che anima il popolo partenopeo, quasi sempre balzato all’attenzione dei media per fatti di cronaca o eventi spiacevoli, ma che invece sta finalmente mettendo in bella mostra in tutto il mondo i suoi primati e le sue eccellenze.

Scudetto, a Napoli non è solo calcio: è la rivincita di un popolo

Chi la vive non ha bisogno di un trionfo in campionato per apprezzare ogni singola sfaccettatura della città, eppure per anni Napoli è stata accostata solo ed esclusivamente allo stereotipo di “Gomorra”, alla criminalità dilagante, al racconto distorto della città che ha prevalso nell’immaginario collettivo.

Molti hanno cercato di “sporcare” e infangare Napoli, quasi come se le più brutte e grandi piaghe della società si concentrassero tutte qui, da noi, pur con dati alla mano che, molte volte, dimostravano altro: basti pensare all’indice di criminalità che vede ancora in testa Milano o alla “Napoli dei rifiuti” che invece ha visto trionfare proprio Bacoli come primo Comune d’Italia Plastic Free.

Non sono mancati tentativi di distogliere l’attenzione anche sull’eccellenza in campo degli azzurri, mettendo piuttosto in risalto il numero di feriti, persone armate, risse e rapine nel corso dei festeggiamenti. Eppure la festa esplosa in città nella serata di venerdì, stando ai dati ufficiali, si sarebbe svolta in totale tranquillità, con 92 persone lievemente ferite come può accadere in qualsiasi grande evento che conta la partecipazione di milioni di cittadini e turisti.

Quasi nessuno, invece, parla della Napoli di Eduardo, di Totò, della canzone napoletana divenuta celebre oltre i confini nazionali e del nuovo rap partenopeo che continua a scalare le classifiche mondiali. Non da meno l’imponenza culturale che riveste la città da millenni con le sue meravigliose opere architettoniche, le creazioni artigianali dei maestri del presepe, la sartoria di qualità riconosciuta in ogni dove, le eccellenze gastronomiche replicate in ogni parte del globo.

E ancora, Napoli continua ad imporsi come patria dell’innovazione tecnologica (accogliendo studenti e personalità influenti nella sua ormai celebre Apple Academy) e della ricerca scientifica, soprattutto nel campo della lotta ai tumori, con l’Istituto Pascale sempre in prima linea e a capo dei più significativi studi a livello internazionale.

Ora più che mai la Napoli dell’eccellenza finalmente tende a prevalere e lo scudetto è soltanto uno dei tanti traguardi raggiunti, e di certo non l’ultimo. Quel carico di pregiudizi è stato finalmente ribaltato a pieno e a dimostrarlo è anche il numero record di turisti che, durante tutto l’anno, affollano la città, rendendo lo scalo aeroportuale di Capodichino uno dei più in crescita d’Europa.

La festa di oggi, dunque, che ha tinto completamente di azzurro l’intero lungomare, è la gioia di un popolo che oltre ad essere incoronato ancora una volta campione d’Italia, può rallegrarsi di essere parte di una città che finalmente ha ottenuto il rispetto che merita.

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione. Amo scrivere della mia città e dell'eccellenza che la connota da sempre