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Gaza, Israele blocca il latte artificiale: migliaia di neonati rischiano la morte

Mentre gli attacchi israeliani su Gaza continuano senza sosta, a destare orrore e sgomento è la denuncia lanciata dai medici della Striscia: le scorte di latte artificiale per neonati sono terminate, bloccate ai valichi da Israele. Un gesto che, secondo gli operatori sanitari locali, potrebbe condannare migliaia di bambini alla morte per fame.

L’allarme arriva in un contesto già drammatico: ospedali al collasso, accesso all’acqua e al cibo ridotto al minimo, carburante agli sgoccioli. Ora, a rischiare la vita sono i più indifesi, vittime di un assedio che non risparmia nemmeno i neonati.

Nuove stragi e raid su civili

Solo nelle ultime 24 ore, almeno 95 palestinesi sono stati uccisi dai raid israeliani. La strage più sanguinosa si è consumata in un internet café dove si stava festeggiando un compleanno per bambini: 39 le vittime accertate. Le forze armate israeliane, secondo quanto riportato da fonti locali, hanno colpito anche 25 abitazioni e 5 luoghi di raccolta civile, causando almeno 70 morti, tra cui 12 bambini e 14 donne.

Molti dei colpiti erano persone in fila per ricevere aiuti umanitari, in zone dove operano organizzazioni sostenute da Stati Uniti e Israele.

Oltre 56mila morti a Gaza. Cresce la violenza anche in Cisgiordania

Secondo il Ministero della Salute di Gaza, da ottobre a oggi sono almeno 56.531 i palestinesi uccisi, e oltre 133mila i feriti. Numeri che descrivono una crisi umanitaria devastante.

Intanto, nella Cisgiordania occupata, si intensificano le azioni dei coloni israeliani. Nell’area del villaggio palestinese di Duma, a sud di Nablus, centinaia di ulivi sono stati incendiati da coloni provenienti dall’avamposto illegale di Yitzhar. I residenti, con l’aiuto della protezione civile, hanno tentato di domare le fiamme, ma sono stati ostacolati dai soldati israeliani che hanno bloccato l’accesso alla principale fonte d’acqua del villaggio.

Gli alberi di ulivo, simbolo della resistenza e base dell’economia rurale palestinese, vengono distrutti mentre sul terreno cresce l’esasperazione per una violenza che ormai non conosce tregua.

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