Categories: Ultime Notizie

Papa Leone XIV sul cambiamento climatico: “La terra sta cadendo in rovina per colpa nostra”

In occasione della decima Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, che si celebrerà il prossimo 1° settembre, Papa Leone XIV ha diffuso oggi, 2 luglio, un messaggio dal tono crudo e profondamente realistico.

Il tema scelto per quest’anno è “Semi di pace e di speranza”, in omaggio al decennale dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco e in sintonia con il Giubileo della Speranza attualmente in corso.

Un mondo ferito: “La terra sta cadendo in rovina”

Nel messaggio, il Pontefice lancia un appello urgente sulla situazione ambientale globale, denunciando l’avanzare della deforestazione, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità, conseguenze dirette di ingiustizia, disuguaglianza, avidità e violazione dei diritti umani e internazionali.

“La nostra terra – scrive – sta cadendo in rovina”, evidenziando come i fenomeni naturali estremi, sempre più frequenti e violenti, siano frutto dell’attività umana e del cambiamento climatico.

Giustizia climatica e debito ecologico

Il messaggio richiama l’attenzione anche sul tema della giustizia climatica, sottolineando la responsabilità storica dei Paesi più ricchi nei confronti del Sud del mondo.

Alla vigilia della COP30 che si terrà a novembre in Brasile, il Papa rilancia il documento delle Chiese di Africa, Asia, America Latina e Caraibi, che chiede il riconoscimento del debito ecologico verso i popoli più vulnerabili, colpiti in modo sproporzionato dalla crisi climatica.

I conflitti per le risorse naturali

Papa Leone XIV esprime una profonda preoccupazione per l’impatto devastante dei conflitti armati sull’ambiente e sulle comunità più fragili.

“La distruzione della natura – scrive – colpisce soprattutto i poveri, gli emarginati, gli esclusi”. Le guerre per il controllo delle risorse vitali – acqua, terre coltivabili, materie prime – trasformano il creato in un vero campo di battaglia, dove la sofferenza delle comunità indigene diventa emblematica.

Una chiamata alla custodia del creato

Tali ferite, secondo il Pontefice, sono il frutto del peccato umano. Da qui, l’invito a riscoprire la vocazione biblica a “coltivare e custodire il giardino del mondo”, in un’ottica di reciproca responsabilità tra l’essere umano e la natura. Coltivare significa anche far germogliare semi di speranza, capaci di fiorire persino nei luoghi più aridi. “In Cristo – sottolinea il Papa – siamo semi di pace e di speranza: attraverso lo Spirito, anche il deserto può diventare giardino”.

Fede e umanità: l’ecologia come vocazione comune

La cura del creato, secondo Papa Leone XIV, non è più un’opzione ma un’urgenza concreta che va ben oltre la tutela ambientale.

Si tratta di una questione di giustizia sociale, economica e antropologica. Per i credenti, assume anche un significato teologico, poiché “tutto è stato creato e redento in Cristo”. In un mondo in cui i più deboli pagano il prezzo più alto della crisi ecologica, prendersi cura del pianeta diventa una responsabilità di fede e di umanità.

Un esempio concreto di questa visione è il progetto “Borgo Laudato si’” a Castel Gandolfo, indicato dal Pontefice come modello di vita comunitaria basata sui principi dell’ecologia integrale.

Un augurio per il futuro

In conclusione, Papa Leone XIV esprime l’auspicio che l’enciclica Laudato si’ continui a ispirare scelte concrete e condivise. L’ecologia integrale deve diventare la rotta da seguire, affinché i semi di speranza possano essere coltivati e custoditi in ogni angolo della Terra.