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Spionaggio ai giovani di Potere al Popolo, l’appello: De Magistris, Vauro e Zerocalcare tra le firme

Un appello forte, chiaro, che parte dal mondo della cultura e si allarga alla società civile: “No allo spionaggio contro partiti, attivisti e giornalisti”. Il comunicato rilanciato da Potere al Popolo ed Alternativa Civica Popolare.

Poliziotti infiltrati in Potere al Popolo: “Attacco allo Stato di diritto”

È stato lanciato pubblicamente il 4 luglio, con la prima firma del professore Mimmo Cangiano (Università Ca’ Foscari), ma a fare eco ci sono nomi noti e autorevoli: il fisico Carlo Rovelli, i fumettisti Zerocalcare e Vauro, l’economista Emiliano Brancaccio, l’ex ministro Fabrizio Barca, la scrittrice e attivista Porpora Marcasciano, l’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

Tutti insieme per denunciare quello che definiscono “un attacco gravissimo allo Stato di diritto”, alla luce di quanto emerso recentemente su un caso di infiltrazione in Potere al Popolo!. Secondo l’appello, sarebbero stati cinque gli agenti coinvolti, infiltrati per mesi all’interno di strutture giovanili del movimento in quattro città italiane. “Non un’indagine giudiziaria, ma una sorveglianza politica preventiva”, si legge nel testo, che mette in discussione la legittimità di un simile impiego degli apparati di sicurezza.

Nell’Italia della partecipazione politica ai minimi, chi si impegna è “sorvegliato speciale”

Un punto critico, che secondo i firmatari mina le basi della democrazia: “Nessun governo dovrebbe utilizzare lo Stato per controllare chi partecipa alla vita pubblica. Le libertà di associazione, di riunione e di espressione politica sono sancite dalla Costituzione e vanno difese da ogni forma di controllo poliziesco del dissenso”.

L’appello richiama anche casi precedenti, come lo spionaggio ai danni di Mediterranea e di alcuni giornalisti tramite software di origine israeliana.

Le richieste sono precise e rivolte direttamente al governo: che Meloni e Piantedosi rispondano in Parlamento, che si faccia chiarezza su chi ha autorizzato l’operazione e perché, che si apra un dibattito trasparente sul ruolo e sui limiti delle forze di polizia di prevenzione. “Chiediamo garanzie democratiche. Non si può sorvegliare chi dissente”, scrivono. E in un’Italia in cui la partecipazione politica è già un atto di coraggio, questa denuncia risuona come un campanello d’allarme.

Sono nato mentre il Napoli vinceva il suo primo scudetto. Un "odi et amo" con questa terra, lungo una vita intera. Foto, videomaker, scrittura: do ossigeno a tutti i mezzi che mi consentono di raccontare la realtà, la mia realtà. Per i social sono #ilmennyquoditiano