È inaccettabile quanto accaduto nelle ultime ore sui social ai danni dell’attaccante della Lazio Pedro e della sua famiglia. Un gesto semplice e dolcissimo – festeggiare il compleanno del figlio Marc con una torta a tema Lilo & Stitch, un vestitino e una tiara, scelti con innocenza e libertà – si è trasformato in bersaglio di un’ondata di odio, insulti sessisti e omofobi.
Sotto il post Instagram condiviso il 23 giugno dal calciatore insieme alla compagna Patricia Magna, sono piovuti oltre 5 mila commenti, molti dei quali carichi di violenza verbale, intolleranza e pregiudizio. Alcuni utenti hanno scritto frasi come “sei ancora in tempo per riavere indietro tuo figlio”, “il peggior incubo dei papà”, “quindi un padre che fa vestire suo figlio da donna va bene?”, in un’escalation che ha costretto Pedro a limitare i commenti al post.
Ma quello che doveva essere un momento di intimità familiare e gioia è diventato un caso che interroga profondamente la nostra società, ancora incapace – troppo spesso – di accettare la diversità, la libertà e l’innocenza dell’infanzia. Il fatto che l’odio si riversi persino su un bambino evidenzia quanto gravi e radicate siano alcune derive culturali, tanto più gravi quando alimentate da codardia anonima dietro uno schermo.
In mezzo al buio, però, c’è chi ha scelto di accendere una luce. Tantissimi tifosi del Napoli, e cittadini partenopei, hanno voluto esprimere pubblicamente la loro solidarietà a Pedro e alla sua famiglia, inondando i social di messaggi di vicinanza, affetto e sostegno. In molti hanno scritto che “a Napoli certi insulti non sarebbero mai stati tollerati” e che “la nostra città vi aspetta, a braccia aperte, per farvi sentire amati e accolti come meritate”.
C’è chi ha sottolineato come l’amore e il rispetto per l’infanzia, la libertà e la famiglia siano valori profondamente radicati nella cultura napoletana. Non è un caso che tra i commenti solidali si legga spesso: “Qui da noi, nessun bambino verrà mai deriso per essere felice a modo suo.”
Pedro, da parte sua, ha scelto con dignità di non cancellare il post, rivendicando il diritto di un padre di condividere la felicità del proprio figlio. Un atto di resistenza civile, un piccolo ma potentissimo gesto di libertà che merita rispetto.
A chi ha preferito vomitare odio, Napoli ha risposto con amore. E oggi più che mai, quel piccolo Marc può sapere che c’è una città intera pronta ad accoglierlo e proteggerlo, senza giudicare, ma solo con un sorriso e un abbraccio.