Intossicazione da botulino
Dopo i casi di intossicazione da botulino registrati a Cagliari, dove ha perso la vita una donna di 38 anni, e i recenti avvenimenti che hanno interessato la località turistica di Diamante, in Calabria – con un ulteriore decesso probabilmente avvenuto in simili circostanze – gli esperti stanno facendo chiarezza sul tipo di avvelenamento, sui sintomi scatenanti e sui cibi potenzialmente a rischio contaminazione.
Il botulino è una tossina particolarmente pericolosa per l’uomo, prodotta dal batterio Clostridium Botulinum che può contaminare alcuni alimenti e, di conseguenza, provocare una grave intossicazione a chi ingerisce quelle pietanze.
Si tratta di una patologia rara ma potenzialmente letale, che prende anche il nome di Botulismo, che si manifesta quando la tossina interferisce con il sistema nervoso, bloccando la trasmissione dei segnali tra neuroni e muscoli.
Il Clostridium è un microrganismo comune nel terreno e nell’aria, generalmente innocuo fin quando è a contatto con l’ossigeno. Si trasforma, però, in una sostanza tossica quando gli alimenti vengono conservati in cattive condizioni e in maniera impropria, creando un ambiente favorevole alla crescita del batterio.
La neurotossina, infatti, viene prodotta in mancanza di ossigeno e quando le temperature superano i 5-10 gradi. Non è un caso che le contaminazioni pericolose riguardano essenzialmente alimenti conservati e quasi sempre di produzione casalinga.
Tra i cibi più frequentemente associati al botulismo vi sono i vegetali conservati in maniera scorretta come peperoni, pomodori o funghi, ma anche le conserve sott’olio, le verdure non acide in olio, zuppe, minestroni non refrigerati in modo idoneo, i sotto vuoti fatti in casa. Attenzione anche alla carne conservata in salamoia o affumicata.
In sintesi, il batterio tende a proliferare in ambienti a bassa acidità mentre non si forma in pietanze già di per sé acide, come salsa di pomodoro o aceto. Non sono a rischio botulino, invece, gli alimenti freschi, i surgelati, le conserve marinate o acidificate, gelati, confetture e alimenti cucinati in quanto il calore distrugge il batterio.
Per prevenire l’intossicazione, dunque, bisogna innanzitutto lavare bene gli alimenti prima della preparazione, così come i barattoli che andranno a contenerli. Sterilizzando i cibi in vasetto e in scatola, tramite bollitura per circa 10 minuti, la tossina botulinica viene completamente eliminata. Dopo aver aperto i recipienti contenenti cibo, inoltre, questi vanno riposti subito in frigorifero.
In caso di intossicazione, i sintomi iniziali sono generalmente nausea, diarre, vomito e dolori addominali. Soltanto dopo potrebbero manifestarsi sintomi neurologici come difficoltà a deglutire o parlare, offuscamento visivo e difficoltà a mettere a fuoco. Un altro sintomo tipico è la cosiddetta ptosi della palpebra ossia l’incapacità di sollevare la palpebra. Nei casi più gravi i pazienti potrebbero essere colpiti da paresi facciale e insufficienza respiratoria.