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Morto per un panino, le sorelle di Luigi: “È morto soffocato, è stato atroce. Noi distrutte”

Sono affrante dal dolore, e sconvolte per aver visto il fratello perdere la vita sotto i loro occhi, le sorelle di Luigi Di Sarno, il 52enne di Cercola morto dopo aver mangiato un panino salsiccia e friarielli sul lungomare di Diamante. Da Napoli, sarebbero accorse sul posto per riportarlo a casa ma, proprio durante il tragitto, l’uomo sarebbe deceduto tragicamente.

Morto a Diamante per un panino, le sorelle: “Soffocato, atroce”

A incontrare le due donne è stato il deputato Francesco Emilio Borrelli, per fare chiarezza sulla vicenda che ha sconvolto l’intera comunità. L’ipotesi è quella di una fatale intossicazione da botulino che avrebbe decretato la morte del 52enne e di un’altra vittima, Tamara D’Acunto, e di alcune persone finite in ospedale dopo aver consumato un pasto presso il food truck del lungomare.

Mio fratello aveva mangiato questo panino domenica sera, mi chiamò lunedì pomeriggio per dirmi che si sentiva male, aveva lo stomaco gonfio. Aveva cercato di tirarlo fuori ma si sentiva ancora malissimo, senza forze. Il mattino successivo mi disse che non aveva forze e non vedeva bene – ha raccontato una delle sorelle.

Con una voce affaticata, la sera mi disse che era da solo, non riusciva a parlare né a deglutire, non vedeva, non camminava e non poteva guidare. L’amico lo accompagnò in ospedale poi è voluto andare via ma nella notte ci è ritornato. Gli hanno fatto degli esami di routine ma Luigi al mattino mi disse ancora ‘sto morendo’. Così dissi a mia sorella di partire per andare a prenderlo e portarlo in una struttura sanitaria adeguata”.

Lì Luigi era in una casa ci cura, lo hanno dimesso, per loro non aveva niente. Gli hanno chiesto se avesse bevuto o fosse vittima di una delusione amorosa, poi ci hanno consigliato una visita neurologica. Mio fratello diceva che stava malissimo, che non respirava, per questo abbiamo fatto una corsa verso Napoli ma non ci siamo riuscite“.

Ci siamo trovate sole, su una strada deserta, con solo l’asfalto e gridavamo come pazze. Poi è arrivato un signore che veniva da lontanissimo, ha sentito le nostre urla, e una volante dei carabinieri che hanno provato il massaggio cardiaco, hanno chiamato ambulanza e elisoccorso ma non c’è stata la minima speranza di salvare mio fratello”.

Noi volevamo portarlo all’Ospedale del Mare, a Napoli, ma dopo circa 40 minuti di viaggio stava soffocando. Abbiamo visto giusto una risalita per fermarci, lui si è catapultato fuori dalla macchina. Per tre volte ha tentato di prendere aria e poi si è accasciato. E’ morto soffocato, metteva le dita nella gola ma non riusciva a prendere aria. E’ stata una morte atroce, a noi psicologicamente ci ha ammazzato”.

Per non farci preoccupare, che avremmo dovuto guidare, i sanitari dell’ambulanza ci avevano parlato di un piccolo battito. Poi dopo ci hanno detto che mio fratello in ospedale era arrivato già senza vita. Il girono dopo un amico di mio fratello mi disse che avevano sequestrato quel camioncino dove aveva mangiato Luigi e che anche altri due ragazzi erano ricoverati in Sala Intensiva”.

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione. Amo scrivere della mia città e dell'eccellenza che la connota da sempre