Bambini rischiano di morire di fame a Gaza
L’Ordine dei Medici di Napoli a sostegno delle iniziative pro Palestina dopo l’ennesimo atto di aggressione ai civili da parte di Israele che ha bombardato l’ospedale Nasser causando oltre 20 morti.
Un appello forte, che va oltre i confini della categoria professionale, arriva dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Napoli e provincia. Con un comunicato diffuso oggi 26 agosto, l’OMCeO ha annunciato la propria adesione alle iniziative pro Gaza, condannando con fermezza l’escalation di violenze e i ripetuti attacchi contro la popolazione civile e le strutture sanitarie.
“Disertare il silenzio: la neutralità del curare si esercita stando dalla parte della vita ovunque sia minacciata”, si legge nella nota, che ribadisce l’urgenza di tutelare chi è impegnato a salvare vite e chi documenta la realtà della guerra.
Il Consiglio direttivo ha espresso profonda indignazione per il bombardamento che ha colpito l’ospedale Nasser, provocando almeno 20 morti e numerosi feriti, tra cui medici, soccorritori e cinque giornalisti.
Un episodio che, secondo cronache internazionali, presenta le caratteristiche di un “double-tap” su un’area ospedaliera.
“Colpire chi cura e chi testimonia viola i principi cardine del Diritto Internazionale Umanitario, mina la fiducia nelle regole di guerra e priva le comunità dell’accesso alle cure e alla verità dei fatti”, si afferma nella dichiarazione congiunta sottoscritta anche dall’Ordine dei Giornalisti e dalla FNOMCeO.
L’Ordine partenopeo chiede con forza l’evacuazione dei civili più vulnerabili – bambini, feriti e malati – e il rafforzamento dei corridoi umanitari per garantire aiuti e personale sanitario.
“La sofferenza di civili intrappolati in aree di conflitto non può diventare rumore di fondo”, avverte l’OMCeO, sollecitando governi, istituzioni europee e Nazioni Unite ad assumere impegni verificabili: cessazione immediata degli attacchi contro ospedali e ambulanze, protezione attiva di sanitari e giornalisti, indagini indipendenti sugli episodi che hanno coinvolto personale e strutture civili.
Nel comunicato, l’Ordine sostiene anche le iniziative di protesta non violenta, come lo sciopero della fame indetto per giovedì 28 agosto: “Guardiamo con rispetto a forme di testimonianza civile che mantengano al centro dignità, legalità e tutela della vita, senza entrare nel merito di singole adesioni o modalità operative”.
Un messaggio che da Napoli si allarga a tutti i teatri di guerra, dall’Ucraina al Sudan, dallo Yemen al Myanmar: l’invito ai medici, alle istituzioni e alla società civile è uno solo, “disertare il silenzio” per restare dalla parte della vita.