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Fonti vicine ai negoziati: vicino il “Sì” di Hamas al piano di pace degli USA

Potrebbe giungere tra poche ore il di Hamas al progetto di pace degli Stati Uniti già accettato da Israele, con il consenso dei paesi arabi (in primis il Qatar) e l’Autorità Nazionale Palestinese. Il Times of Israel, citando fonti vicine ai negoziati, riferisce che l’accordo sarebbe vicino, anche se Hamas chiederà alcune modifiche, in particolare alcune riguardante le modalità ed i tempi del ritiro dell’esercito di occupazione israeliano dalla Striscia di Gaza.

Vicino l’accordo tra Hamas e Israele

La priorità ad ogni modo sono il cessate il fuoco e la fine del genocidio palestinese. Costruire la pace duratura non sarà facile, specialmente se non cesseranno le occupazioni illegali nei territori palestinesi e se non finirà la politica di apartheid.

Amnesty ha infatti ribadito che “La giustizia e la pace non possono escludersi a vicenda. L’apartheid e l’occupazione sono tra le cause di fondo dell’orrore che la popolazione palestinese sta vivendo e qualsiasi piano non riconosca questa realtà preparerà il terreno per nuove violazioni dei diritti umani”. Inoltre “Va respinto decisamente ogni piano che preveda trasferimenti forzati di persone palestinesi dalla Striscia di Gaza o dall’intero Territorio palestinese occupato, così come quelli tra una parte del Territorio e un’altra”.

Presupposto della pace è il “coinvolgimento delle persone palestinesi in ogni decisione sul futuro del Territorio palestinese occupato, sul suo governo e sulle questioni riguardanti i diritti umani, compreso quello al ritorno”.

Ad ogni modo, “Amnesty International ha notato con allarme l’affermazione del presidente Trump secondo il quale la sua amministrazione darebbe totale sostegno a Israele nel distruggere Hamas qualora quest’ultimo non accettasse il piano. La distruzione di Hamas, infatti, è stata ed è la giustificazione per il genocidio nella Striscia di Gaza. Se Hamas dovesse rifiutare il piano, gli Usa e Israele dovrebbero rimanere vincolati al rispetto del diritto internazionale tanto quanto lo stesso Hamas”.