Video. L’ex-detenuto artista del tufo a Napoli

Al giorno d’oggi siamo soliti pensare che un ex-detenuto non abbia diritto ad una nuova vita, ad una nuova opportunità, trattandoli sempre come emarginati immeritevoli di una nuova rinascita, senza mai fermarsi a pensare che dai loro talenti potrebbero nascere anche opere d’arte.

Questo è il caso di un ex-detenuto napoletano, Carmine Cannino, malato terminale di cancro, che dopo aver occupato abusivamente la sua attuale abitazione, ha fatto della dimora un museo dove raccoglie le sue opere d’arte. Nel centro di Napoli, in Vico Giganti, vicino San Gregorio Armeno, è ubicata la “dimora artistica” di Carmine Cannino, che nel corso degli anni ha trasformato le pareti in sculture da ammirare.

Fa fatica a parlare l’ex-detenuto, che tra una sosta e l’altra ha bisogno dell’ossigeno per riprendersi, ma mostra orgoglioso il suo operato, come se mostrasse realmente le sale di un museo. La casa è ormai senza porte ma ogni centimetro è lavorato con maestria e talento. La vita di Carmine non è stata costellata di successi e gioie, molti anni trascorsi nel carcere di Poggioreale e una moglie ancora agli arresti domiciliari e lontana da lui, problemi con la droga che lo hanno distrutto e oggi solo con le sue opere in tufo, la rinascita e le soddisfazioni.

“Voglio che dopo la mia morte, questo luogo abbia un valore e non venga venduto dalle Opere Pie  che sono proprietarie dello stabile”. Con queste parole l’ex-detenuto Carmine Cannino, fa un appello, per salvare la sua arte, le sue opere e quella passione che ogni giorno, nonostante la malattia gli da la passione di continuare a vivere.

Ecco il video di fanpage.it, che mostra l’intervista all’ex-detenuto e il suo museo del tufo.